Il ricordo del sacrificio dei carabinieri morti nella battaglia di Podgora
Cerimonia solenne alla caserma Cascino e al Sacrario di Oslavia nel centodecimo anniversario dell’assalto alle fortificazioni austro-ungariche

«Essere qui oggi è un impegno morale per tutti noi, un dovere collettivo: perché la memoria diventa responsabilità comune». È un messaggio che, partendo dal passato e guardando ad esso si rivolge al futuro e ai carabinieri di oggi e domani, quello che il comandante generale dell’Arma, il generale Salvatore Luongo, ha espresso sabato mattina alla caserma “Cascino” di via Trieste, sede del 13° Reggimento Carabinieri Friuli Venezia Giulia.
L’occasione, solenne, era la celebrazione del 110° anniversario della Battaglia di Podgora, che vide proprio i carabinieri protagonisti dell’assalto alle fortificazioni austroungariche il 19 luglio del 1915, durante la Seconda battaglia dell’Isonzo.
Fatti rievocati al microfono dallo stesso generale Luongo, dopo aver confessato allo schieramento di fronte a lui e alle autorità (tra le quali erano presenti il questore Luigi Di Ruscio e la vicesindaco Chiara Gatta) «la profonda emozione dettata dal privilegio raro di vedere questi luoghi, dove noi carabinieri abbiamo vissuto la nostra storia».
Luongo ha anche ricordato come di recente un ceppo sia stato prelevato proprio dal monte Calvario per essere portato a Roma, «per preservare la memoria». «L’Arma è un patrimonio di valori unisco e inscalfibile – ha detto il generale, dopo aver reso omaggio ai caduti –, solido come una roccia. A questi uomini, che si immolarono sul Podgora, va il nostro pensiero. Essi incarnano i valori di sacrificio e amor di patria che sono l’essenza stessa dell’Arma dei carabinieri. Siamo esempio in ogni angolo d’Italia nel quale operiamo, e così anche nelle missioni all’estero».
Questa, appunto, la «responsabilità comune» alla quale il comandante generale ha fatto poi riferimento parlando del dovere di preservare la memoria.
Temi sui quali si è concentrata anche la vicesindaco Chiara Gatta. «La battaglia del Podgora è stata un momento cruciale per la costruzione della nostra identità nazionale – ha detto, ricordando che il conflitto causò sofferenze non solo da parte italiana, ma anche da quella austroungarica ovviamente -, e oggi ne manteniamo vivo il ricordo anche per dire grazie a quegli uomini che ci hanno permesso di vivere in un Paese libero e sovrano. Tramandare il ricordo è importante perché le future generazioni non dimentichino il valore della pace. Guardiamo al passato con gratitudine e al futuro con impegno, perché la memoria storica ci aiuti ad evitare nuovi conflitti».
Prima della cerimonia ufficiale alla caserma, la giornata del 110° anniversario della Battaglia di Podgora si era aperta con un omaggio ai caduti al cimitero di Mossa (luogo della prima sepoltura dei carabinieri che morirono sul Calvario), e poi con una celebrazione al Sacrario militare di Oslavia.
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