Battaglia sull’appalto dei centri estivi

La lente della commissione Trasparenza si è posata sulla gestione del servizio dei centri estivi del Comune, il cui appalto è stato da poco aggiudicato alla cooperativa “Solidarietà e Servizi” di Busto Arsizio. Seduta animata quella di ieri, con le forze di opposizione che hanno chiesto delucidazioni sulla situazione attuale, ponendo l’accento sulla mancanza della cosiddetta “clausola sociale”, vale a dire la garanzia di continuità dei lavoratori e soffermandosi sul fatto che il soggetto vincitore dell’appalto debba ancora completare l'organico per la gestione del servizio. Perplessità sono state espresse da Carlo Grilli (Gruppo Misto), primo firmatario della convocazione della commissione, per il quale «il bene dei bambini viene prima di tutto, soprattutto quando si ha a che fare con situazioni di disabilità, particolarmente complesse e che richiedono un approccio specifico da parte degli educatori». Attacchi sono arrivati anche da Everest Bertoli (Fi): «Sono cinque anni che il Comune combina dei pasticci sul fronte degli appalti». E da Manuela Declich (Pdl): «In questo modo si abbassano qualità del servizio e competenze». Una spallata arriva anche da sinistra e a darla è Marino Sossi: «Sono estrerrefatto. Si tratta di servizi delicati che riguardano la sicurezza dei bambini, in particolare quelli disabili, ancora più fragili. La giunta in questa situazione è andata completamente nel pallone». Per Paolo Menis (M5S) «sarebbe stato più opportuno prevedere che la ditta avesse già a disposizione il personale necessario, considerato che, vista la breve durata dell’appalto, intervenire in corsa è complicato». Paolo Rovis (Trieste Popolare) evidenzia che «nei bandi di gara sarebbe meglio inserire degli elementi di garanzia, ma non è il caso di fasciarsi la testa prima del tempo».
Secca la risposta dell’assessore comunale all’Educazione Antonella Grim alle diverse osservazioni: «Il bando è stato sviluppato nel rispetto delle norme, tenendo conto dell’offerta economica più vantaggiosa e guardando ad un progetto ludico-educativo che preveda il livello maggiore nella qualità dei servizi che saranno in ogni caso monitorati. Nello specifico non era possibile inserire la clausola sociale, in quanto non c’era la continuità di servizio», mentre gli uffici comunali hanno precisato che «è normale che le ditte che vincono appalti ad alta densità di manodopera poi si rivolgano al territorio per integrare l’organico del personale».
In discussione poi anche la situazione di Villa Haggiconsta, con il ripristino nella struttura del centro diurno per disabilità motorie complesse chiesto dall’Aias. Due le questioni ancora irrisolte: la precisazione del numero di famiglie e persone interessate all’apertura del centro ed il rapporto tra fabbisogno di queste strutture specifiche e bacino di utenza che sarà precisato nel nuovo piano regionale. L’impegno preso è quello di portare la delibera in Consiglio comunale entro la fine del mandato.
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