Benetton chiude la fabbrica di Vines

ALBONA. Stanno per finire in strada i 159 dipendenti del reparto dislocato della Benetton nella zona industriale di Vines, in seguito alla chiusura dello stabilimento che avverrà al più tardi il 31 luglio prossimo.
Il drastico provvedimento nell'aria già da qualche tempo, è stato deciso in seguito al calo delle vendite dei capi d'abbigliamento dell'industria trevigiana e del conseguente abbassamento della richiesta di prodotti del reparto albonese. La brutta notizia è stata diffusa alla stampa da Marina Cvitic del Sindacato dell'Istria e del Quarnero dopo aver partecipato a una riunione convocata dalla direzione della Benetton.
C'erano anche il sindaco Tulio Demetlika e i rappresentanti dell'Olimpias, la società che gestisce il settore della produzione aziendale. Ai dipendenti sarà comunque offerta una possibilità occupazionale nel reparto della Benetton a Osijek in Slavonia, dove lavorano 280 dipendenti.
Anche per quella fabbrica però si intravedono oscure nubi all'orizzonte e già si parla del suo possibile trasferimento in Serbia o comunque fuori dall'Unione europea dove la manodopera costa molto meno.
Il sindacato ovviamente non dispone degli strumenti atti a impedire la chiusura della fabbrica albonese però si batte per arginare in qualche modo il trauma dei licenziamenti. Ha già inviato alla direzione della Benetton la richiesta di aumentare la buon'uscita a una mensilità per anno di anzianità di servizio.
Il contratto di lavoro prevede però solo un terzo dell'importo. In ogni caso si tratta di piccoli numeri essendo lo stipendio medio netto piuttosto basso circa 460 euro, moltiplicato al massimo per 10, quanti sono gli anni di attività della fabbrica.
Dal canto suo Tulio Demetlika annuncia che farà il massimo per ammortizzare gli effetti dei licenziamenti. Ha già fissato per il 20 febbraio un incontro con i dirigenti aziendali, dal quale però francamente non si riesce a capire che risultati concreti potrà ottenere oltre a spingere anche lui per l'aumento delle buon'uscite.
La fabbrica tessile con il marchio trevigiano era stata aperta ad Albona nel 2005, per un investimento pari a 17 milioni di euro. Altri 10 milioni erano stati spesi per la prima fornitura di macchine. Qui si producono maglie in lana multicolori con varie decorazioni, destinate al mercato mondiale.
Già nel 2010 si parlava del trasferimento del reparto in Serbia dove la paga media è sotto i 200 euro, contro i 700 in Croazia. Poi il pericolo era rientrato grazie soprattutto alle pressioni della politica locale che ora però difficilmente farà cambiar idea ai vertici dell'azienda trevigiana.
(p.r.)
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