Bengalesi in crescita soltanto in città ma non in cantiere: 200 in meno dal 2019

La Comunità bengalese cresce a Monfalcone raggiungendo quota 8% sulla popolazione, dal 6% del 2015, crescono anche le dichiarazioni di ospitalità e i ricongiungimenti, ma non per questo aumentano analogamente gli occupati dell’indotto Fincantieri. Anzi. Dal dicembre scorso c’è stata una diminuzione di circa 200 lavoratori bengalesi nel cantiere di Panzano. Una cifra emersa ieri in Comune durante il vertice tra il sindaco, Anna Cisint e la dirigenza del cantiere di Monfalcone. Una nuova tappa di un confronto tra l’amministrazione e la più grande azienda della città, il cantiere Modello del gruppo Fincantieri, dove ruotano migliaia di persone. Tra personale diretto e indotto nei momenti di picco di lavoro, con le navi in consegna e la presenza degli equipaggi Panzano diventa una città nella città con 10 mila “residenti”.
E anche ieri il dialogo è proseguito serrato e costruttivo sui punti che interessano da una parte la Fincantieri e dall’altra il Comune. C’è la necessità di continuare a lavorare e produrre in una realtà che grazie alle navi avrà lavoro per altri 10 anni e che necessita sempre più di trovare personale preparato professionalmente e disposto a lavorare. Dall’altra c’è una città di 30 mila abitanti che deve dialogare con il cantiere per gestire la convivenza, vista la grande presenza di stranieri. E che oltre ai problemi sociali e culturali, non di poco conto, deve tentare di dare risposte ai disoccupati locali lasciati in strada dalle aziende che chiudono. Ieri il sindaco Cisint ha ribadito i numeri ai vertici del cantiere: la disoccupazione sfiora il 10% contro il 5,8 del Pordenonese.
Fincantieri per contro ha ribadito che serviranno 3 mila unità in più per affrontare le sfide delle commesse in portafoglio, ma c’è la consapevolezza che c’è la necessità sia della Fincantieri che delle aziende dell’indotto di trovare personale altamente specializzato per le lavorazioni sulle navi. E sempre ieri la stessa sindaco Cisint ha avuto risposta rispetto a uno dei suoi “cavalli di battaglia”, ovvero la riduzione del subappalto. Dall’inizio del 2019 infatti la Fincantieri ha completamente eliminato il subappalto nel settore delle isolazioni e delle coibentazioni scegliendo la strada dell’indotto diretto: aziende che fanno da prime contractor.
Si tratta di un notevole passo, ma non basta, il sindaco Cisint preoccupata da un lato dalla “pressione sociale” dei lavoratori esterni soprattutto stranieri e dall’altra dalle richieste di aiuto dei tanti disoccupati locali ha chiesto ai vertici di Fincantieri di organizzare un nuovo “recruiting day” riservato ai fabbisogni di chiunque opera in cantiere, rivolto alla manodopera locare e regionale. Una strada che comunque vede già impegnata Fincantieri assieme a Regione (che ha messo incentivi, formazione, defiscalizzazioni) e Comune con tanto di sportello di lavoro all’interno del cantiere. Ci sono state le prime risposte, soprattutto nel caso esplosivo della Eaton. Il sindaco ha insistito per l’inserimento dei 65 lavoratori non ancora occupati. Una decina già lavorano al cantiere, altri gruppi di 30 alla volta comunque continuano i colloqui con Fincantieri. Un lavoro lungo che non è ancora terminato. come gli sforzi congiunti (Comune e Fincantieri), soprattutto con stranieri e bengalesi sul rispetto delle norme per la convivenza in città. —
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