Beppe Grillo a Trieste per l’ultimo saluto all’amico Maranzana

«Un uomo unico, un personaggio straordinario, genio dell’ anticonformismo», lo ricordano gli amici di una vita Roberto Pagan e Tullio Balzano. Ma non solo. Franco Maranzana, geologo globetrotter di 85 anni, è stato l’oracolo grillino del Movimento 5 Stelle in questioni energetiche e politiche. Il 6 giugno scorso aveva presentato alla libreria Ubik di piazza della Borsa il libro “Nuova Utopia Italiana” scritto assieme a Gabriele Gattozzi, classe 1969. Un evento rilanciato anche dal blog di Beppe Grillo che l’11 giugno, riprendendo proprio un articolo di Maranzana, interveniva sul diritto di voto per i quattordicenni. «A 14 anni un ragazzo può guidare un ciclomotore e una minicar ma non può votare. Ragazze e ragazzi già ampiamente maturi e preparati vengono tenuti fuori sulle decisioni riguardo il loro futuro. È normale?», scriveva Grillo che ieri, in forma strettamente privata (nemmeno militanti ed eletti del Movimento ne erano informati), si è presentato in via Costalunga per dare l’ultimo saluto all’amico scomparso domenica scorsa e abbracciare la moglie Eva e i figli.

Maranzana nasce a Trieste nel 1934, si diploma al Liceo Petrarca e si laurea alla facoltà di geologia di Roma. Dopo un breve periodo di lavoro al Geofisico di Trieste, si trasferisce con la famiglia in Australia, iniziando da lì un lunghissimo percorso di esperienze da geologo in almeno un centinaio di paesi di tutti continenti, per esempio Nigeria, Costarica, Isole Salomone, Cile e molti altri. Perfeziona i suoi studi all’Imperial College di Londra e quindi lavora prima alle dipendenze del ministero degli Esteri italiano e in seguito in numerose esplorazioni minerarie per l’Onu, l’Ue, i governi di molti paesi e per la stessa Regione.

Questi meriti professionali e umani gli hanno fatto meritare anche l’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica. Lascia di sé un ritratto originalissimo in un libro pubblicato col titolo “Francamente il mondo” dopo che amici e conoscenti lo avevano sollecitato a scrivere l’infinità di aneddoti e di esperienze della sua vita di giramondo. «Non chiuso nei soli interessi professionali, amava avanzare delle vere e proprie utopie in campo politico e gestionale, discutibili fin che si vuole , ma sempre con l’impronta della sua provocatoria originalità», ricorda il figlio. In realtà a Trieste non era conosciuto dal grande pubblico. “Nemo propheta in patria”, come si suol dire. «Ci troviamo in un momento storico nel quale non è più sufficiente il think different - ha scritto nell’ultimo libro - ma bisogna adoperarsi per pensare l’impensabile».—

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