Biblioteca nazionale slovena: via il direttore, chiusa una sezione

Milan Pahor, direttore della Biblioteca nazionale slovena, da oggi è in pensione. Per decenni ha gestito uno degli enti primari della minoranza slovena in Italia: la biblioteca slovena di Trieste e di Gorizia con annessa (a Trieste) Sezione storica. Pahor si lascia alle spalle una struttura di notevole importanza storica ma che sta perdendo pezzi e personale. A causa soprattutto del taglio dei finanziamenti governativi di Italia e Slovenia.
«L’anno scorso abbiamo ricevuto il 30% in meno - afferma Pahor -, quest’anno è arrivato qualcosa di più che è andato a coprire il buco degli anni scorsi». Su nove dipendenti (direttore compreso), l’organico negli ultimi mesi è sceso a cinque: tre pensionamenti, un dipendente che ha lasciato di sua spontanea volontà e un licenziamento in tronco, senza preavviso, proprio mercoledì scorso. «É stata una scelta del nuovo Consiglio di amministrazione - aggiunge Pahor - che ha deciso di tagliare e di dare un’impronta diversa alla biblioteca. Tutta la cultura slovena in Italia è in lento declino. Sono in crisi il Primorski Dnevnik, il Teatro sloveno, la Casa della musica. Mancano i fondi e la crisi è palpabile». La biblioteca non avrà ora nessun direttore, saranno due dei cinque dipendenti, tutte donne, a occuparsene.
La Biblioteca nazionale slovena non naviga in acque tranquille da circa due anni, quando la forbice governativa ha colpito soprattutto il mondo della cultura, di tutta la cultura. Ma il taglio dei fondi forse non spiega quanto è successo in questi ultimi mesi con la direzione “costretta” a mandare in cassa integrazione i pochi dipendenti, a chiudere la Sezione storica, unico archivio degli sloveni in Italia e licenziare il dipendente impiegato in questa sezione che dovrebbe ora essere trasferita nella sede del Primorski in via Montecchi. Un’enorme quantità di materiale storico, fonte di ricerche e di richieste arrivate anche dall’estero, che in pratica viene abbandonata, senza una “guida”.
Della vicenda si sta occupando l’Usb, l’Unione sindacale di base del Friuli Venezia Giulia: l’altro ieri ha protestato con un volantinaggio sotto la sede della biblioteca in via San Francesco. La sede della Sezione storica si trova in via Petronio. «Situazione grave - afferma il segretario dell’Usb, Willy Puglia - l’aver chiuso e reso inaccessibile la Sezione storica, aver smantellato l’intero organico della sezione e aver licenziato ingiustamente l'ultimo dipendente impiegato alla Sezione. E tutto questo nonostante ci sia stato quasi il raddoppio dei soldi pubblici destinati dallo Stato italiano».
Sui mancati finanziamenti il sindacato non è d’accordo su alcune “interpretazioni e imprecisioni”. «Se è vero - aggiunge Puglia - che nel 2012 sono arrivati dall’Italia 250mila euro, il 30% in meno, e 100mila dalla Slovenia, quest’anno il governo italiano ha stanziato 400mila euro, più i 100mila sloveni. Questi soldi andranno in parte a saldare il deficit dell’anno scorso, ma non giustificano lo smembramento del personale. E soprattutto il licenziamento di un dipendente di 54 anni, oltrettutto un nostro iscritto. E su questo non c’è alcuna giustificazione». Il sindacato incontrerà domani il Consiglio di amministrazione per chiedere il ritiro del licenziamento e il rilancio di tutta l’attività culturale della biblioteca.
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