Biogas, Torviscosa avrà un altro impianto: è il quarto nel comune

TORVISCOSA. Spunta un altro impianto a biogas nella Bassa friulana e con esso si risollevano nuove accuse di scempio ambientale. Questa volta il progetto è a Torviscosa, che al suo interno ha già tre impianti del genere. Il caso è più unico che raro, perché, diversamente da quanto accaduto nei comuni limitrofi (Ruda, Cervignano e Fiumicello), qui le polemiche sono state sollevate dall’amministrazione comunale stessa, che ammette di sentirsi con le mani legate, impossibilitata a frenare l’impianto industriale, nonostante il parere negativo del Consiglio.
«Come amministrazione comunale – insorge il vicesindaco Mareno Settimo - non abbiamo alcuna possibilità di dire di “no” a questi impianti: trattandosi di progetti privati in territori privati, di fronte al parere negativo del Comune, l’agricoltore ricorrerebbe al Tar esponendo l’amministrazione al rischio di pagare milioni di euro con una causa persa. Si tratta – riprende – di impianti industriali che scavalcano ogni piano regolatore ed ogni struttura procedurale di competenza del Comune. È assurdo. L’agricoltore presenta il suo progetto, che deve essere realizzato entro un certo periodo per non perdere i contributi. Ma il Comune non può aprire bocca. È il quarto impianto a biogas di Torviscosa. Il primo, praticamente gemello, venne costruito tre anni fa, quando della materia si sapeva ancora poco o nulla. Poi ne hanno fatti altri due, che almeno utilizzano liquami e prodotti di scarto, con una certa utilità nel territorio. Ma in questo caso per produrre energia verranno bruciati cereali pregiati». A Torviscosa l’impianto sta sorgendo a nord della località Molini e prevede di produrre 2,4 Mw termici e uno elettrico. «La legge in materia – riprende il vicesindaco -, voluta dalle lobby di settore per “aiutare” l’agricoltura, in realtà consente di spacciare per energia rinnovabile quella che di fatto è solo una speculazione scaricata sui cittadini. I numeri sono semplici: in Italia il costo di produzione dell’energia elettrica si aggira intorno ai 7 centesimi a Kw; il costo di un Kw prodotto da un impianto a biogas si aggira sui 22 cent. Questi impianti stanno in piedi perché lo Stato versa ai loro proprietari la bellezza di 28 centesimi per ogni Kw prodotto. Lo scempio urbanistico è dovuto al fatto che questo impianto ricade all’interno della fascia di rispetto paesaggistico prevista dall’ex legge Galasso. A gennaio, il Comune aveva segnalato la situazione alla Soprintendenza e quest’ultima ha esplicitamente bocciato il progetto con un documento, redatto però una settimana dopo la scadenza dei termini. L’impianto sorgerebbe poi sulla Zuina, non un semplice canale di bonifica perché con i suoi 300 anni riassume le vicende legate alla storia del paesaggio agrario dell’intera Bassa. A nulla sono valsi i tentativi dell’amministrazione di fermare questo impianto: né le 14 osservazioni al Piano di azione comunale, né la richiesta di verifica ai vigili di Bagnaria, da dove dovrebbe provenire gran parte dei cereali. Tra qualche mese – chiosa - sarà interessante verificare la provenienza delle materie prime e la destinazione del digestato. Non si escludono segnalazioni ed esposti alle autorità competenti».
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