Blitz della Goletta verde a Monfalcone davanti ad A2A: «No carbone, no metano»

MONFALCONE Goletta Verde di Legambiente ieri ha lasciato Lignano Sabbiadoro, prima tappa del suo tour annuale per la verifica dello stato delle acque marine italiane, per effettuare un blitz davanti alla centrale termoelettrica di Monfalcone. Un’azione del tutto dimostrativa, visto che il vascello si è tenuto a debita distanza dall’impianto, all’imbocco del canale Valentinis, ma per Legambiente necessaria per riportare i riflettori sul futuro dell’impianto. Nonostante o proprio a fronte della scadenza posta dal ministero dell’Ambiente per l’abbandono del carbone entro il 2025. «Da quanto abbiamo appreso pare che si voglia dismettere il carbone, ma per sostituirlo con il gas naturale – ha spiegato ieri a bordo della Goletta Michele Tonzar, della segreteria regionale dell’associazione ambientalista –, un altro combustibile fossile, il cui uso produce emissioni che rimangono alla base dei cambiamenti climatici. Legambiente, con un piano presentato ormai da alcuni anni, chiede invece che il sito sia riconvertito puntando sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, impiegando i sistemi di accumulo che già si stanno utilizzando nei Paesi del centro e nord Europa».
Sulla fiancata della Goletta i volontari di Legambiente hanno quindi issato lo striscione “No carbone”, affiancato da un altro su cui si poteva leggere “Fermiano la febbre del pianeta”. Sullo sfondo la centrale A2A, in cui si stava ieri mattina procedendo alla movimentazione del carbone arrivato via chiatta. Se il gruppo 1, anno di nascita 1965, è fermo dalla seconda metà di marzo, il gruppo 2, realizzato nel 1970, sembra aver subito una fermata solo tra aprile e maggio, riprendendo quindi a funzionare con regolarità. «Il blitz a Monfalcone è stato deciso, perché in questo 33° giro delle coste italiane di Legambiente – ha spiegato ieri il portavoce di Goletta Verde, Davide Sabbadin – vogliamo puntare l’attenzione non solo sull’inquinamento, ma anche su ciò che rimane da fare per la bonifica e riconversione di diverse aree costiere italiane. Monfalcone è un buon esempio in questo ambito, di un sito energetico che va riconvertito. Un’operazione che inoltre può creare molta occupazione».
Durante il breve viaggio verso la centrale termoelettrica non sono passate inosservate le emissioni dal fumaiolo della Sky Princess, nave passeggeri in avanzata fase di allestimento attraccata alla banchina di Fincantieri. «Le navi da crociera sono una fonte importante di emissioni di ossido di zolfo e di azoto, oltre che di particolato, come la recente ricerca di Transport & Environment ha evidenziato – ha osservato Tonzar –. Si dovrebbe forse effettuare una riflessione e una verifica sull’impatto delle emissioni prodotte dalle navi attraccate in porto e nello stabilimento navalmeccanico». I dati sulla qualità delle acque marina che bagnano le coste del Friuli Venezia Giulia saranno invece resi noti oggi da Legambiente, che ha effettuato i campionamenti e le analisi la scorsa settimana. Alle spalle le polemiche di un paio d’anni fa, pare che anche Marina Julia sia stata promossa a pieni voti questa volta. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo