Bollo auto: bancomat d’obbligo ma si paga cash

Delegazioni Aci e tabaccai accettano solo contanti: diritti irrisori e nessuna sanzione
Foto Bruni 23.12.13 Centro chiuso:il traffico
Foto Bruni 23.12.13 Centro chiuso:il traffico

Il cartello nelle Delegazioni Aci è esplicito: “Si accettano solo contanti”. E laddove non c’è l’avviso stampato, cioè dai tabaccai abilitati, subentra l’addetto: «Bancomat e carte di credito non le vogliamo. Accettiamo solo carta moneta». Insomma la sostanza è sempre la stessa e la situazione paradossale, perché riguarda il pagamento del bollo per auto e motocicli. Un’operazione che ogni giorno coinvolge centinaia di triestini e dovrebbe essere semplice e immediata. Ebbene, nel 2014, quando con il contante si pagano quasi soltanto giornali e caffè, è il caos. Il problema investe l’intero territorio nazionale. Il primo luglio è entrato in vigore un provvedimento che prevede l’obbligatorietà di rendere tracciabili tutti i pagamenti superiori ai 30 euro attraverso l’uso del Pos o di strumenti analoghi.

L’obiettivo, a partire dal decreto legge che ha introdotto la misura (dl 179/2012, Decreto crescita 2.0 o Decreto sviluppo bis) era e resta quello di rendere noti tutti i movimenti di danaro di rilievo e combattere così l’evasione fiscale. Peccato che non preveda alcuna sanzione per chi non rispetta l'obbligo di dotarsi di “macchinetta”. Così Delegazioni Aci e tabaccai pretendono il contante. Perché i diritti che possono chiedere all’utente in cambio del servizio sono predeterminati e risultano quasi irrisori. Senz’altro inferiori alle commissioni bancarie che Aci e tabaccai devono pagare per poter disporre del Pos o per gli incassi con Bancomat.

«L’abbiamo detto subito che il decreto non avrebbe sortito effetti - spiega il segretario della Fit provinciale, Giuliano Bardella – perché senza sanzioni nessun tabaccaio può essere obbligato a fare operazioni in perdita. L’unica soluzione è chiedere contanti».

Allo sportello Aci di via Fabio Severo sono ancora più espliciti: «Se Renzi fa i decreti senza pensare alle conseguenze non è colpa nostra. Prima di rendere obbligatorio l’uso del Bancomat bisognava discutere con le banche la riduzione o l’annullamento delle commissioni per l’uso di questi strumenti, tutte a carico di chi incassa».

«Siamo nell’ordine di grandezza dall’1,6 al 2% a carico del pubblico esercente – sottolinea Bruno Vesnaver, presidente della Fipe - perciò capisco i tabaccai. Per noi è diverso in quanto dobbiamo favorire i clienti: per questo a Trieste il 90% dei colleghi usa questi strumenti”. Ma per i ristoratori i margini sono diversi. Solo per tabaccai e Delegazioni Aci i diritti d’incasso sono prefissati. «Anche tra i commercianti – dice Franco Rigutti, vice presidente Confcommercio – la diffusione di Pos e bancomat è pressoché totale: in tempi di crisi bisogna accettare qualsiasi forma di pagamento». Idem per gli artigiani. Angelo D’Adamo, presidente Federconsumatori, è sconcertato: «Il governo ha fatto un decreto monco, è inutile prevedere un obbligo senza sanzioni». Dello stesso avviso Luisa Nemez dell’Otc: «A che serve un obbligo se si può evitare senza conseguenze?» (u.s.)

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