Boom di pettirossi accolti e curati nel centro di recupero dell’Enpa

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Non è poi così raro scorgere, in questi giorni d’inverno, qualche pettirosso girovagare negli spazi cittadini, magari in cerca di cibo. L’Enpa Trieste di via Marchesetti, una tra le massime esperte di fauna selvatica, ci fornisce alcune informazioni su queste graziose creature: le conosce bene, infatti, visto che spesso capita di accoglierne alcune infortunate nel suo centro di recupero, il Cras.
Il pettirosso (nome scientifico Erithacus rubecula) è un piccolo uccellino passeriforme, facente parte della famiglia dei Muscicapidae. La sua principale fonte di nutrimento la reperisce nei piccoli invertebrati che vivono nel suolo e perciò si nutre principalmente di insetti, coleotteri e loro larve, ragni, vermi e così via. Nella stagione autunnale e invernale però, vista anche la carenza di prede in giro, è solito “rafforzare” il valore nutritivo della sua dieta con bacche, semi e frutta. La specie è comune nelle zone carsiche, ricche di sottobosco, ed evita le aree urbane nei mesi estivi. Differente è l’inverno invece: il pettirosso si riversa nei parchi e nei giardini, privilegiando quindi la città.
Nel 2020, esattamente da ottobre fino a dicembre, sono stati ricoverati nel Centro di recupero animali selvatici ben venti pettirossi: un numero, a detta dell’Enpa, maggiore rispetto agli anni precedenti. Uno degli ultimi arrivati, per esempio, è stato accolto al Cras solo qualche giorno fa, infatti presentava un lieve trauma da impatto: in ogni caso la situazione sta migliorando e la bestiola si sta rimettendo: presto verrà liberata. –
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