Boschi nazionalizzati, la Slovenia pagherà 22 milioni di euro alla Chiesa cattolica

LUBIANA. Il lungo contenzioso giuridico che oppone la Chiesa cattolica slovena allo Stato sembra essere giunto a un epilogo. Relativamente alla denazionalizzazione dei boschi di Pokljuka e di Mozirje l’Alta corte della Slovenia (Cassazione in Italia), ha condannato lo Stato a versare all’arcidiocesi di Lubiana 22 milioni di euro entro 15 giorni dalla pubblicazione della sentenza. Di questi 13,3 milioni costituiscono il risarcimento, il resto sono gli interessi di mora maturati nel corso di un procedimento giudiziario durato 27 anni.
Con la denazionalizzazione, la proprietà delle foreste è cambiata in modo significativo nel Paese. Circa 36.000 ettari, pari al tre per cento di tutto il patrimonio boschivo, sono stati restituiti alle istituzioni ecclesiali. Nel 1990 lo Stato possedeva il 37,6 per cento delle foreste, oggi solo circa un quinto. I comuni possiedono il quattro percento delle foreste, il 73 percento è di altri proprietari.
Ma la “punizione” per lo Stato potrebbe essere ancora più pesante se, nella sentenza, l’Alta corte dovesse riconoscere per intero come valido il verdetto emesso nel 2017 dal Tribunale di Lubiana (presentarono appello sia lo Stato che la Chiesa). In questo caso il risarcimento dovuto all’arcidiocesi salirebbe da 13,3 milioni di euro a 17,4 milioni di euro e di conseguenza salirebbero pure gli interessi di mora per cui si arriverebbe complessivamente a 29 milioni di euro a carico dello Stato.
Va precisato che il Fondo per i terreni agricoli e i boschi che dovrà sborsare la cifra ha già versato nelle casse della Chiesa slovena 9.239.297,81 euro, come scrive il quotidiano Dnevnik di Lubiana. Dunque dovrebbe versare ulteriori 4 milioni per evadere la sentenza dell’Alta corte, 300 mila euro di spese per il patrocinio, 230 mila euro di spese processuali e 7,8 milioni di euro di interessi. Questo se, nell’esempio formulato, il Fondo dovesse pagare il prossimo 31 ottobre. Se dovesse aspettare la scadenza dei termini allora gli interessi di mora salirebbero di altri 7 mila euro.
E questo è solo uno dei contenziosi che lo Stato ha aperti relativamente alla denazionalizzazione dei boschi. Nell’ano in corso per i risarcimenti, gli interessi di mora e le spese processuali ha già pagato 9,6 milioni di euro, ossia 1,34 milioni di euro in più di quanto guadagnato dal Fondo nel 2018. La direttrice del Fondo Irena Majcen sostiene che tutte le poste a bilancio per i risarcimenti relativi alla denazionalizzazione degli anni passati sono esaurite. Lo Stato dovrà attingere al Fondo per le foreste nel quale la società Boschi di Stato della Slovenia, che dal 1 luglio 2016 ha rilevato dal Fondo per i terreni agricoli e boschivi la gestione delle foreste statali, versa il quinto dei ricavi dalla vendita del legno.
Secondo i dati del ministero dell’Agricoltura della Slovenia, il Fondo per le foreste avrebbe nel cassetto qualcosa come 26,5 milioni di euro. Cifra però insufficiente visto che non è riservata unicamente ai risarcimenti relativi alla denazionalizzazione, ma serve allo Stato anche per pagare l’acquisto di nuovi boschi, la loro gestione, la promozione dell’uso della legna e i finanziamenti del progetto Natura 2000 per le foreste private.
Tutto finito? Ma neanche per sogno. Se lo Stato sta ancora esaminando la sentenza, gli avvocati della Chiesa hanno già annunciato che avvieranno un’altra causa relativa al risarcimento dovuto per il periodo dall’entrata in vigore della legge sulla denazionalizzazione e la restituzione della proprietà boschiva in quanto, rispetto a quanto calcolato nell’agosto del 2010 all’avvio del procedimento, vi è stato un più elevato taglio di legname.
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