Botta e risposta tra partiti sul sit-in in piazza

Sindaco: «Dov’era la Sinistra quando si firmava la transazione-amianto?». Morsolin: «Manca un progetto»
Bonaventura Monfalcone, 18/02/2017 P. Repubblica, panchina day Foto di Roberto Coco - La menzione dell'autore è obbligatoria
Bonaventura Monfalcone, 18/02/2017 P. Repubblica, panchina day Foto di Roberto Coco - La menzione dell'autore è obbligatoria

Anche ieri il sindaco ha voluto tornare sul panchina-day, che non ha digerito. Ma a sua volta La Sinistra ha replicato all’amministrazione, innescando così un botta e risposta. Intanto Cisint afferma d’aver «contato personalmente i partecipanti», a suo dire sovrastimati: «Saranno stati 80-85, in compenso su Facebook ho ottenuto 940 like in poche ore». Esaurita la pagina dei numeri, Cisint (Ln) riprende i temi: «Le persone che non sono colpite dall’ideologia, guardano ai problemi importanti, non alle panchine. Il popolo rosso, secondo me giunto da fuori, non mi pare abbia maturato lo stesso cipiglio quando per esempio è stato fatto l’accordo sulla transazione-amianto. E in questo ragionamento includo anche Nardi». «Dov’era, la sinistra, che ha avuto atteggiamento supino verso i poteri forti, quando si trattava di prendere decisioni per migliorare la vita di Panzano e anche degli operai?», aggiunge il sindaco. «Questi personaggi politici presenti alla manifestazione, che ci hanno messo col sedere per terra - conclude -, hanno fatto del buonismo, della tolleranza e dell’inciviltà la loro bandiera, ma vorrei vedere se qualcuno venisse nel loro giardino a fare la pipì cosa direbbero. E qui non si tratta di razzismo, bensì di decoro. Quanto a Pizzolitto è stato lui a stabilire il contesto del concorso d’idee per la piazza e i materiali, non pregevoli, con cui è stata realizzata».

Sul versante opposto intervengono però Cristiana Morsolin e Francesco Zappaterra de La Sinistra. «Ci chiediamo - esordisce Morsolin - che senso abbia tutto questo spostare le panchine in giro pur di non tenerle in piazza. Dalle risposte raffazzonate che l’amministrazione propone capiamo che non c’è un progetto. Infatti prima la sindaca dice che le sostituirà con altre più belle, poi Asquini sostiene che andranno a Marina Julia o forse al San Michele. Tra l’altro: brutte per la piazza, ma belle per le periferia o l’oratorio?». «Sabato - continua - i cittadini preenti al sit-in erano tanti, persone che hanno vissuto e vogliono ancora vivere Monfalcone, persone che negli anni si sono sedute su quelle panchine. E rifiutano l’idea di una città che si dà la zappa sui piedi da sola, cioè si toglie la possibilità di sedere pur di non lasciarla anche agli altri». Ma «Monfalcone è una città che ha ancora una forte tradizione di valori democratici e se ieri la sindaca si fosse fermata a parlare un attimo coi cittadini, invece di contare i like di Facebook, lo avrebbe capito». «Pare che la maggioranza - afferma poi Zappaterra - non abbia gradito la manifestazione pacifica che si è svolta ieri in piazza. Sicuramente non si aspettava una protesta così numerosa, ma tant’è. Ciò fa parte di una normale e democratica dialettica». A lasciarlo basito, dopo il caso Sepuca, è tuttavia l’intervento sui social dell’assessore Paolo Venni, che «dà dei “quattro sfigati in cerca d’autore” ai partecipanti alla manifestazione, con tanto di like di Callari». «Registriamo con dispiacere - conclude - il poco rispetto che tali amministratori hanno vero chi non la pensa come loro». (ti.ca.)

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