Bramme, tolti altri 200 Tir dalla strada

Sempre più bramme su ferrovia al posto della gomma. Dopo Trenitalia Cargo che già quest’estate ha trasportato diverse migliaia di tonnellate via treno da Monfalcone a San Giorgio di Nogaro, cancellando circa una cinquantina di Tir dalle strade, ora tocca a Rail-Cargo Austria che in una sola settimana ha reso inutili 200 autotreni. A darne notizia la Compagnia portuale di Monfalcone che sta collaborando con le ferrovie austriache e che ha spedito via rotaia diverse migliaia di tonnellate di bramme della Evraz Palini & Bertoli di San Giorgio di Nogaro destinate alla Repubblica Ceca che altrimenti avrebbero dovuto essere trasportate con i mezzi pesanti, su strada.
Non è certo un intervento risolutivo, secondo le cifre degli oepartori il traffico di bramme tra Monfalcone e San Giorgio di Nogaro vede coinvolti circa 44 mila Tir all’anno, qualcosa come 120 mezzi al giorno. Si è riusciti a toglierne più di un terzo. Ma la strada è ancora lunga e complicata, c’è pure chi punta al trasporto via mare. E dalla Regione non è giunto per ora alcun disegno riorganizzativo della logistica che da tempo gli operatori stanno chiedendo.
Una scelta strategica quella della Compagnia portuale di utilizzare Rail Cargo Austria che comunque «È ben lieta di collaborare anche con gli altri vettori ferroviari interessati a sviluppare a Monfalcone e a Trieste - spiega lo stesso ad Riccardo Scaramelli - e a dimostrazione di ciò durante l’estate è successo che numerosi convogli ferroviari sono stati organizzati in coordinazione con Friultrans per le bramme usando come vettore Trenitalia Cargo». Il problema è però, aggiunge Scaramelli «che ad oggi con gli altri vettori si possono fare su Monfalcone solo ed esclusivamente treni completi, mentre con Rail Cargo Austria facciamo tutti i giorni anche spedizioni di gruppi di singoli carri. Una condizione molto apprezzata dal mercato perchè dà accesso alle ferrovie anche a tutti gli operatori della regione a prescindere dai volumi che gli stessi possono giornalmente mettere su rotaia anzichè essere costretti a usare i Tir».
Il Fvg si fregia del titolo di regione-piattaforma logistica naturale, ma è un “marchio” tutto ancora da costruire, non c’è nulla di realmente coordinato, dal fronte della Regione non è arrivato alcun piano sulla logistica che pur è stato annunciato e alla richiesta di intervento da parte degli operatori per ora dagli enti locali sono giunti, comprensibilmente, solo ipotesi di divieti di circolazione sulle strade messe a dura prova dai pesanti Tir e con i rischi di sicurezza.
«Questo ottimo risultato sul fronte ferroviario che è al momento solo un intervento spot - spiega ancora Scaramelli dovrebbe essere propedeutico ad altri interventi di consolidamento dei traffici pesanti sulla ferrovia per esempio portando a reddito le risorse già disponibili in Regione per aiutare il passsaggio alla ferrovia piuttosto che lasciarli ammuffire in scali abbandonati (Interporto di Cervignano ndr) 54 vagoni ferroviari seminuovi della Regione utilizzati pochissimo o addirittura niente».
L’ad della Compagnia portuale non ha ancora perso tutte le speranze: «Speriamo che chi ne ha la possibilità possa intervenire per portare un poco di logica facile da implementare e senza grossi investimenti economici, ma che farebbe fare un grosso balzo in avanti alla Logistica del Fvg e anche un grosso contributo alla sicurezza, alla sostenibilità del sistema logistico dei carichi pesanti (la stragrande maggioranza di quello che muove in Regione) ed all’ambiente».
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