Caduta di alberi pericolanti paura dopo il rogo a Spalato
Le comunità chiedono al Demanio di abbattere i fusti anneriti ai lati delle strade in ballo la sicurezza dei bimbi che vanno a scuola nelle zone incendiate a luglio

SPALATO. Continua a piovere in questi giorni a Spalato e in Dalmazia, e l’acqua sta mettendo impietosamente a nudo le conseguenze dell’immane incendio che a metà luglio aveva interessato una vasta area alle spalle della città di Diocleziano, distruggendo quasi cinquemila ettari di terreno. Il fuoco si era portato via abitazioni, impianti industriali, veicoli di vario genere ma anche e soprattutto oliveti, vigneti e pinete.
E proprio quanto resta di queste ultime sta incutendo paura agli abitanti dei dintorni di Spalato. Sono alberi anneriti, che resistono ancora in piedi ma che potrebbero cadere da un momento all’altro - basterebbe un po’ di bora - provocando gravi danni alle persone. Nella zona i residenti ricordano ancora bene che dopo il grande rogo divampato nel 2001 nell’entroterra spalatino un albero di pino – semidistrutto dal fuoco – si schiantò contro un’auto di passaggio, uccidendo il conducente e il passeggero del veicolo. Il timore dunque è che la tragedia possa ripetersi in quanto gli alberi bruciati situati ai lati delle strade sono centinaia e rappresentano un forte pericolo.
A essere preoccupati sono in primo luogo i genitori dei bambini che devono percorrere le strade d’accesso alle scuole, strisce d’asfalto fiancheggiate da pinete ormai di colore nero, distrutte fino alle radici dei tronchi e per le quali non c’è alcuna possibilità di risanamento.
Le comunità locali di vari abitati si sono così rivolte all’amministrazione cittadina di Spalato e al Demanio forestale croato, chiedendo che siano rasi al suolo tutti gli alberi compresi nella fascia dalla carreggiata e fino a una trentina di metri verso l’interno. Si tratta di un’operazione inderogabile - hanno fatto notare i residenti - per impedire eventuali tragedie e drammi. Inoltre le piogge di questi giorni hanno scaricato a valle tantissimi detriti, terra e altro materiale, non più protetto da folti boschi. Ad approfittarne in primavera saranno solamente i raccoglitori di asparagi selvatici, che spuntano come funghi soprattutto nei terreni interessati da incendi.
Le fiamme intanto hanno spazzato via nelle campagne sentieri anche secolari, mentre sembra che diversi oliveti siano riusciti comunque a resistere all’opera deleteria del fuoco. Gli alberi, benché provati dal rogo, vantano non poche olive e nelle prossime settimane comincerà la raccolta.
Da aggiungere che sul Demanio forestale continuano a piovere critiche dalla gran parte dell’opinione pubblica dalmata e del resto della Croazia. L’ente viene accusato di non fare il suo dovere fino in fondo e di trascurare soprattutto il sottobosco. In presenza di roghi, infatti, il fuoco risulta alimentato oltremisura, complicando l’opera di spegnimento, con tutto quanto ne consegue.
L’estate dalmata, caratterizzata da tre mesi di assoluta siccità, ha dato vita a una numerosa serie di incendi, alcuni dei quali devastanti e che si sono scatenati anche nella regione insulare. Dopo tante fiamme, la Dalmazia è stata tormentata dalle alluvioni, fattesi particolarmente sentire nello Zaratino, dove l’altro giorno - come annunciato -è stato proclamato lo stato di calamità naturale.
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