Caduta fatale per l’infermiere Quai al fianco di Basaglia e dei Danzerini

Una caduta accidentale dalle scale, nella propria abitazione di via Vittorio Veneto, vicino al “suo” ex Opp, è costata la vita ieri mattina a Enzo Quai. Era uno degli ultimi infermieri legati all’esperienza basagliana di Gorizia, nonché molto conosciuto per il suo impegno con i Danzerini di Lucinico.
Il personale di primo soccorso è giunto con tempestività, attorno alle 8 subito dopo l’incidente fatale, ma nulla ha potuto fare più di constatarne il decesso. Quai aveva 81 anni e ne avrebbe compiuti 82 in ottobre. Nel complesso, godeva di buona salute, anche se, per dirla tutta, un po’la trascurava. Proprio così: la sua è stata una vita spesa per aiutare gli altri; agli altri si dedicava completamente, talvolta sorvolando su se stesso. Oltre ad assistere la moglie Maria “Mariuccia” Paoletti con infinita dedizione, evitandole l’assistenza di una badante, non dimenticava i pazienti che si sono trovati a fare i conti con la malattia mentale, prima e dopo la riforma basagliana. Andava così nelle loro case e si informava delle loro condizioni psicofisiche. A tutti regalava una parola: di conforto, di speranza.
Era un mondo, quello dell’ex ospedale psichiatrico, al quale era rimasto sempre legato. Del resto, arrivò all’ex Opp pochi mesi dopo Franco Basaglia che, proprio a Gorizia, mosse i primi passi. Quindi, non poteva certo cancellare quella formidabile esperienza al punto che spesso veniva invitato a prender parte a incontri sullo psichiatra.
«Basaglia portò nell’ospedale i valori veri della vita, il rispetto, la capacità di ascoltare – aveva raccontato Quai –. Lui ascoltava più i malati dei sani. E per questo, anche a molti infermieri della vecchia guardia, dava fastidio. Ma nonostante queste resistenze, riuscì a compiere un’autentica rivoluzione. Merito suo e dei medici entusiasti che lo attorniavano, ma anche nostro: eravamo un gruppo di una quindicina di giovani infermieri, che non avevano conosciuto le brutture del passato. Trascorrevamo in manicomio giornate intere con i dottori, stavamo più lì che a casa. Basaglia scardinò tutto il vecchio sistema, anche se poi per portare a termine il suo progetto dovette andare a Trieste perché qui ebbe la meglio la politica».
Quai prese anche parte al film del 2000 diretto da Silvano Agosti “La seconda ombra”, girato proprio a Gorizia, negli ambienti dell’ex ospedale psichiatrico, con, nel ruolo di Franco Basaglia, Remo Girone. Tante, comunque, erano le passioni della sua vita. Per esempio, è stato molto legato ai Danzerini di Lucinico per i quali ha ricoperto anche gli incarichi di dirigente e capogruppo.
Appartenendo a una famiglia di falegnami, poi, pure lui si destreggiava molto bene con il legno. Ma, nel complesso, erano l’altruismo, la generosità d’animo i suoi principali tratti distintivi che gli permettevano di tramandare quei valori acquisiti anche grazie all’esperienza basagliana in città. Oltre alla moglie Mariuccia, lascia nel dolore il fratello Ugo. La data del funerale, al momento, non è ancora stata fissata. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo