Lisa Blair, prima donna a circumnavigare l’Antartide: è la madrina di Mare Nord Est

È la prima donna, e la terza persona, a circumnavigare il Polo Sud senza assistenza e con 92 giorni, 18 ore e 20 secondi di navigazione battendo di dieci giorni il precedente record

Roberta Mantini
L’australiana Lisa Blair, famosa per aver circumnavigato l’Antartide in solitaria e senza scalo, a Mare Nordest Foto Bruni
L’australiana Lisa Blair, famosa per aver circumnavigato l’Antartide in solitaria e senza scalo, a Mare Nordest Foto Bruni

Lisa Blair è stata la più veloce ad aver circumnavigato l’Antartide in solitaria e senza scalo. È australiana ed è anche la madrina della 14esima edizione di Mare Nordest. Si è presentata in Regione con una manciata di blocchetti di post-it in mano, un video e tutta la sua grinta.

Ha catturato l’attenzione del pubblico con il racconto della sua sfida all’Antartide che si è consuma in due atti: un primo tentativo nel 2017 che non ha potuto portare a termine dopo la rottura dell’albero, e il secondo tra il 2021 e il 2022 che ha concluso con successo, anche se come ha spiegato: «Man mano che mi avvicinavo alla destinazione avevo sempre l’angoscia che qualcosa all’ultimo momento potesse compromettere la mia performance».

 

Il suo progetto si chiama “Climate Action Now”, la barca con cui ha navigato è un 15 metri che ha una livrea particolarissima: è stata creata una grafica che ripropone le migliaia di post-it con i suggerimenti dei cittadini per la protezione del clima.

È la prima donna, e la terza persona, a circumnavigare il Polo Sud senza assistenza e con 92 giorni, 18 ore e 20 secondi di navigazione battendo di dieci giorni il precedente record del russo Konyukhov. «Questo record – sottolinea – è il risultato di 8 anni di lavoro verso un unico obiettivo». Il viaggio nella parte più a sud dell’emisfero ha avuto un risvolto scientifico. «Una volta arrivata a terra abbiamo analizzato i campioni di acqua che avevo prelevato durante il viaggio e abbiamo trovato delle microplastiche». Anche nelle acque prese a Punto Nemo, «un posto dove mi trovavo più vicina agli astronauti che a qualsiasi altro essere umano» dice Blair, «speravo di avere giorni senza microplastiche invece ho trovato campioni pari a 58 mila particelle di microplastiche all’interno di un volume di una piscina».

«Questo mi fa male – prosegue –. Progetti come il mio credo siano importanti perché possono ispirare le persone, istruirle, educarle e aiutarle a considerare questi temi». Non solo una sfida per essere la persona più veloce a circumnavigare l’Antartico, ma «una sfida scientifica. Non è solo la traversata, la veleggiata ma è cercare di fare qualcosa per preservare questo nostro bel mare». Con questo record Blair ha acquisito notorietà: «credo che potendo aumentare la mia fama amplifico il mio messaggio per il cambiamento. Continuo a fare progetti perché sto creando un impatto più grande, raggiungo sempre più persone e la mia capacità di creare cambiamenti positivi diventa maggiore». I progetti della navigatrice «hanno qualcosa che dà un ritorno alla comunità, che mi permette di educare sul tema oceano.

Non lo faccio per la fama, ma la fama mi dà la possibilità di essere più attiva». Guardando al futuro, ai nuovi progetti Blair, che non conosce personalmente Francesca Clapcich, ma la definisce “la ragazza dell’Oceano”, pensa che le piacerebbe collaborare con lei e costruire un percorso insieme». Poco prima di congedarsi dal pubblico la navigatrice è passata fila per fila, persona per persona consegnando un blocchetto di post-it dove scrivere il proprio pensiero sulla protezione del clima con la promessa di portarlo con lei alla prossima sfida. Anche gli studenti del Nautico durante l’incontro con la navigatrice hanno scritto i loro suggerimenti per piccoli gesti a favore dei mari.

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