Sette milioni per sostenere la filiera del caffè di Trieste
L’iniziativa ideata da Confidi Venezia Giulia in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste per dare una mano alle aziende del settore alle prese non solo con l’impennata dei prezzi del caffè crudo ma anche con le tensioni geopolitiche

Sette milioni di euro per sostenere il fabbisogno di liquidità delle imprese della filiera del caffè. A tanto ammonta il plafond complessivo di “Speciale caffè”, l’iniziativa ideata da Confidi Venezia Giulia in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste per dare una mano alle aziende del settore alle prese non solo con l’impennata dei prezzi del caffè crudo – sulla borsa di New York l’Arabica ha superato i 485 centesimi di dollaro per libbra – ma anche con le nuove tensioni geopolitiche, lo spettro dei dazi Usa e la necessità di adeguarsi alle nuove normative europee, a partire dal regolamento in materia di deforestazione.
«Questa linea di intervento – spiega il presidente di Confidi Venezia Giulia, Antonio Paoletti – è rivolta ai consorziati del Confidi Venezia Giulia iscritti all’Associazione Caffè Trieste e nasce con l’intento di dare una risposta tempestiva alle difficoltà che il settore sta vivendo».
Lo strumento prevede una garanzia pari all’80% su finanziamenti chirografari a rientro, con durata fino a 60 mesi, e del 60% su linee di credito a breve termine della durata di 12 mesi. Nel caso dei finanziamenti a rientro, le durate comprendono eventuali periodi di pre-ammortamento per un massimo di 12 mesi.
L’importo massimo finanziabile è di 900 mila euro, con un limite di 200 mila euro per le linee di credito a breve termine non rateali. L’iniziativa sarà valida fino al 30 giugno o fino a esaurimento del plafond e coinvolge tutti gli istituti di credito convenzionati con il Confidi Venezia Giulia. Le garanzie vengono rilasciate con l’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi.
Per Arianna Mingardi, presidente dell’associazione, l’accordo raggiunto «permette non solo di dare respiro e continuità al lavoro delle imprese e, di conseguenza, alle tante figure coinvolte direttamente e indirettamente, ma mostra anche come sia possibile realizzare quella cooperazione tra associazioni, aziende e istituzioni del territorio di cui spesso di parla».
(gio.pa.)
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