Callari blinda Puksic al timone di Insiel e ricuce con i sindacati

TRIESTE. «Simone Puksic mi era stato dipinto come il demonio mandato da Debora Serracchiani a distruggere l’azienda. Mi sembrava inverosimile, ma ho avuto modo di verificare e non è davvero così». Sebastiano Callari incontra i sindacati di Insiel e, nel trovare con loro l’intesa dopo una fase molto tesa, promuove il presidente uscente. Facendo capire che toccherà probabilmente a lui guidare il nuovo corso della società informatica regionale, quello con un cda allargato. . «Il consiglio è formato da tre persone, sono troppo poche – afferma l’assessore a Semplificazione e Sistemi informativi –. La governance a cui pensiamo è più ampia. Ci dovranno essere rappresentanti delle attività produttive, degli enti locali, della sanità, della ricerca e dell’università. Penso anche a un rafforzamento della dirigenza con un manager capace di essere allo stesso tempo un tecnico». Puksic? «Non mi interessa chi l’ha indicato e nemmeno per chi voterà alle prossime elezioni – dice ancora Callari –. In questi mesi mi sono confrontato con lui e ho trovato un presidente con voglia di fare e con il quale sarà possibile lavorare assieme». Un clima di ritrovata armonia dunque, come conferma pure Laura Sabbadini, Rsu della Fim Cisl per la sede di Udine: «L’incontro con l’assessore è andato molto bene. Abbiamo riscontrato apertura e disponibilità al dialogo. Ora costruiremo in sintonia il futuro dell’azienda».
Il primo passo, condiviso, sarà un ampio tavolo, a gennaio, in cui Callari riunirà portatori d’interessi, sindacati e lavoratori. «Voglio ascoltare da loro i suggerimenti per il rilancio – spiega l’esponente di giunta –. Successivamente ci saranno tavoli tecnici per gestire i diversi passaggi. Insiel continua a essere percepita male, anche a livello di pubblica amministrazione, dove invece il software Ascot ha fatto da modello, tanto che da fuori regione ci arrivano insistenti richieste per un suo aggiornamento. Quel biglietto da visita resta per noi importantissimo». Rientrato lo stato di agitazione del sindacato, Callari ha proseguito rassicurando sull’intenzione della Regione di rafforzare la società con opportuni investimenti: «Il piano industriale dimostrerà che vogliamo una Insiel più forte, con la necessità tuttavia di indirizzarla verso le cose che sa fare meglio, a partire appunto dal suo dna: l’amministrazione pubblica». Quanto alla Sanità, prosegue l’assessore, «ci aspettiamo una società che ascolti gli operatori e poi si chieda se, per le loro esigenze, c’è un software già pronto senza doverlo produrre in casa. A quel punto Insiel avrà un altro compito: integrare l’esistente con quanto arriverà dall’esterno. Ai sindacati – conclude Callari – ho anche detto che, con la riforma sanitaria, il loro punto di riferimento non è più la direzione centrale, ma diventa l’azienda zero».
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