Camera, tra Serracchiani e Meloni il botta e risposta sul ruolo delle donne
La deputata: sembra che il suo Governo voglia le donne un passo dietro agli uomini. Risponde la premier: «Mi guardi, le sembra che io stia un passo dietro agli uomini?»

TRIESTE. Un botta e risposta tra donne ha segnato, martedì 25 ottobre, alla Camera, il debutto della premier Giorgia Meloni, la prima alla guida di un governo della nazione.
Un primato indiscutibile su cui si è soffermata la capogruppo dem, Debora Serracchiani, congratulandosi con la presidente alla quale, però, ha fatto notare che «dalle prime battute del suo governo sembra di scorgere una polita che vuole le donne un passo dietro agli uomini e dedite essenzialmente alla famiglia e ai figli: speriamo di sbagliarci. Se questi timori dovessero concretizzarsi – ha avverto Serracchiani – troverà in Parlamento un’opposizione fermissima».
Immediata la replica della premier: «Ho sentito dire che vorrei le donne un passo indietro agli uomini, mi guardi onorevole Serracchiani, le sembra che io stia un passo indietro agli uomini? Non so da che cosa lei abbia evinto questa lettura ma le devo dire che non la condivido».
Meloni ha precisato di aver parlato di famiglia perché considero una sconfitta che una donna debba rinunciare a lavorare per avere un bambino o che debba rinunciare ad avere un bambino per lavorare. Quando si dice di aiutare famiglia e natalità lo si fa per garantire piene libertà, è una sfida sulla quale immagino siamo d’accordo».
A seguire la nota della Serracchiani: «Cara Presidente Meloni, che te ne fai del passo avanti se sei sola perché non hai sostenuto le altre donne? Ne hai volute solo sei al governo».
Serracchiani è stata tra le prime a paragonare il lungo disocorso della premier a un «manifesto ideologico», mentre i grillini, attraverso il coordinatore regionale del M5s, Luca Sut, rilevavano «una discontinuità di facciata con il Governo Draghi» nella nomina a consulente dell’ex ministro Cingolani. Meno severo il giudizio dei centristi anche se, come ha sottolineato il deputato renziano Ettore Rosato, non hanno trovato alcuna condizione per votare la fiducia.
Ieri a Montecitorio, la premier meno emozionata dei giorni scorsi, interrotta continuamente dagli applausi e da una tosse dispettosa simile a quella che colpisce i fumatori – il deputato Walter Rizzetto (Fdi) ha assicurato che la presidente fuma poco e comunque smetterà di farlo – ha rinnegato il fascismo, “giurato” fedeltà al Patto atlantico e invitato l’opposizione a partecipare alla riforma costituzionale in senso presidenziale: «Sono pronta – ha assicurato – a fare quello che va fatto a costo di non essere rieletta».
Ma tutto questo non è bastato a convincere i parlamentari friulani seduti tra i banchi dell’opposizione. Secondo la capogruppo dem la premier non ha indicato «come, con quali tempi e con quali risorse» combatterà «le sofferenze che colpiscono molti italiani, sulla lotta alle diseguaglianze, contrasteremo il suo Governo e le misure come flat tax e condoni mascherati, che servono solo a chi ha di più».
Il Pd «insisterà sull’assegno unico, c’è una proposta per estenderlo e rafforzarlo. Se ritiene può prendere quel testo».
A dimostrarsi più aperta al dialogo, nel caso in cui alcuni punti venissero condivisi, è l’altra deputata eletta in Friuli Venezia Giulia, Isabella De Monte (Azione): «La linea sul reddito di cittadinanza è condivisibile, per il resto si è trattato di una lunga disamina dei problemi con scarso riferimento su come saranno affrontati i problemi e con quali risorse».
Anche De Monte in più passaggi ha colto il carattere «populista» del messaggio. Azione farà un’opposizione «non di pregiudizio ma nell’interesse degli italiani».
Diversi i toni dei deputati del centrodestra, secondo Rizzetto, la premier «ha messo in fila una buona parte del programma, tra cui lavoro, pensioni, ambiente, welfare e giovani».
E a chi gli fa notare che sulla realizzazione ha preso tempo appellandosi alle stime negative del Pil, Rizzetto precisa: «In un Paese che soffre non è possibile fare tutto e subito, ma quando la presidente si mette in testa di fare una cosa la fa».
Pure il deputato leghista, Graziano Pizzimenti, ha trovato nel discorso «tutto quello che serve per attuare un programma. Ha inserito molti temi di cui la Lega è paladina come l’immigrazione clandestina e le pensioni».
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