Camionista ubriaco contromano in autostradaUn sopravvissuto all'incidente: "Miracolato"

Lorenzo Saincich era nella seconda auto che ha sbattuto contro l’autotreno rimanendo ferito. Si è salvato solo grazie all’airbag laterale che gli ha riparato il corpo nell’urto. Schegge del vetro della macchina lo hanno colpito al volto. Problemi anche alla mandibola
Fernetti: la scena dell'incidente
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TRIESTE
La morte, Lorenzo, se l’è vista in faccia. L’ha guardata dritta negli occhi, al volante della sua Toyota Corolla, per un’infinitesima frazione di secondo e poi ha sterzato tutto a destra. Così, Lorenzo Saincich, giovane automobilista triestino rimasto coinvolto domenica sera nel drammatico incidente in cui hanno perso la vita Massimo Grisonich e sua figlia Michela di 17 mesi, si è salvato.


L’istinto, che gli ha suggerito di schivare il maledetto tir bianco, ha impedito che la vettura su cui viaggiava assieme a due amici coetanei centrasse in pieno il bestione d’acciaio. Il resto l’ha fatto l’airbag laterale, il cuscino salvavita che lo ha riparato dalle lamiere e dagli urti.


Non è tuttavia rimasto incolume, Lorenzo. Ha il volto bendato, perchè le schegge di vetro del finestrino del guidatore, letteralmente esploso, gli sono penetrate nella pelle. Lo zigomo sinistro è tumefatto, come la gamba. E ieri pomeriggio si è dovuto recare, accompagnato dalla madre, dal dentista per una visita urgente: dalla sera dell’incidente, infatti, a causa dei traumi subìti, non riesce più a masticare cibi solidi, perchè gli dolgono la mandibola e i denti. Ma il giovane, 18 anni, studente all’Enaip, è - come lui stesso dice - un miracolato. E dunque in primo luogo felice, al di là delle ferite riportate, di essere ancora vivo. Di poterla raccontare questa, brutta, bruttissima, disavventura.


«Ho visto la morte in faccia - riferisce il ragazzo - e non me lo potrò mai più scordare. Questa storia mi ha sconvolto. Spero che col tempo tutto passi, ma è stata l’immagine più brutta della mia vita». Al rientro da una spensierata giornata a Sella Nevea, trascorsa in compagnia di due coetanei, Matteo e Jessica, Lorenzo Saincich stava percorrendo la A4. «Non viaggiavo a velocità elevata, ero sui 100 chilometri orari e mancava pochissimo alla galleria di Fernetti - chiarisce -. Mi trovavo sulla regolare corsia di marcia, non in sorpasso. A un certo punto mi si è parato davanti il ”muso” del tir, come sbucato dal nulla. D’istinto ho sterzato tutto a destra, col rischio di finire fuori carreggiata: ho pensato ”Meglio contro la roccia che contro il camion”. E così ci siamo salvati».


La Toyota, una Corolla Verso, ha solo in parte colliso con l’autoarticolato, ma è rimasta completamente accartocciata, da buttare. «Non tutte le macchine hanno in dotazione l’airbag laterale: la mia, grazie a Dio, sì. Se non ce l’avesse avuto, e non avessi inserito la cintura, non sarei qui, adesso». Nel violento impatto, il fianco della vettura si è ammaccato al punto che, per uscire, il giovane ha dovuto scavalcare il sedile del passeggero vicino. «Penso che l’auto su cui viaggiava la famiglia (i Grisonich, ndr) mi stesse sorpassando - dice - e per questo è stata centrata: il tir correva su quel lato».


«Non ho cognizione di tutto ciò che è successo dopo, poichè mi hanno messo sull’autoambulanza e portato all’ospedale», aggiunge. Dopo qualche ora Lorenzo Saincich è stato dimesso, come le altre persone coinvolte nel sinistro. I suoi due amici, per fortuna, non hanno riportato traumi, se non di lieve entità. «Sull’autoambulanza c’era con me un secondo ferito, Maurizio, che si trovava su un’altra automobile - spiega -: un triestino credo, almeno dall’accento mi è parso così. Con me è stato molto gentile, perchè ha cercato di tirarmi su: io ero molto scosso».


Sul posto e in ospedale sono accorsi mamma e papà. «Li ho subito abbracciati - conclude il ragazzo - erano preoccupatissimi ma nello stesso tempo sollevati per avermi visto vivo. Il camionista? Non mi sento di dire nulla: sono ancora turbato. Mi sembra irreale che si possa morire così, sulla strada».


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