Campi di asparagi devastati dai cinghiali

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NEDEA. Non più solo cereali, soia e girasole. La furia distruttiva dei cinghiali nell'Isontino ora si fa sentire anche sulle colture pregiate, e in particolare sulle coltivazioni di asparago bianco, una delle eccellenze del territorio. Chi riteneva esaurite le preferenze dei cinghiali verso I seminativi, senza escludere le barbatelle di vite appena piantate, deve ora constatare come i "gusti" dei pericolosi ungulati, in espansione esponenziale grazie anche al silenzio e al rimpallo di responsabilità delle istituzioni, si stiano orientando anche su altre colture. L'allarme arriva da quanto hanno potuto verificare i tecnici nell'agro di Moraro, ma anche di Medea, dove la coltivazione dell'asparago bianco ha trovato condizioni geopodologiche e meteoclimatiche ideali per produrre eccellenze gastronomiche che in questo momento sono richiestissime.
Eppure, le scorribande dei suini selvatici rischiano di rendere già questi primi mesi di 2016 un'annata da dimenticare. A intravedere nubi minacciose all'orizzonte è l'esperto Andrea Felchero dell'azienda agricola e agriturismo Lis Rosis di Medea. «A fronte delle grandi soddisfazioni che quest'anno dà il bianco turione - commenta - non c'è da stare sereni. Se attualmente la raccolta procede spedita, anche perché la protezione dei teli pare sufficiente per scoraggiare le mire del suino selvatico, anche le asparagiaie di un anno non sembrano, almeno per ora, rientrare nei gusti dell'onnivoro mammifero. Non è così, purtroppo, per le asparagiaie di due anni». Anche recentemente le colture sono state oggetto di ripetute sgradite visite notturne di branchi famelici provenienti dai boschi in riva al torrente Judrio che stanno producendo vere proprie devastazioni, come già avevano denunciato appena pochi giorni fa gli agricoltori di Romans, Versa e Villesse da queste stesse pagine. «Il problema è sempre il solito - sottolinea Felchero, da anni impegnato in seno alla Coldiretti - e cioè frenare la proliferazione di tali incursioni. Come associazione di categoria ci stiamo impegnando sul fronte degli animali selvatici: sono state presentate diverse proposte in tal senso, nella consapevolezza che il problema non depone esclusivamente nel riconoscimento dei danni quanto piuttosto nella eradicazione della popolazione di cinghiali dalle zone dove non è mai stato storicamente presente e di un robusto contenimento nelle altre». «Questo a favore non soltanto delle altre categorie agroartigianali - prosegue - ma anche e soprattutto dei cittadini e della popolazione». La conclusione è amara: «Continuando di questo passo la distruzione comporterà l'azzeramento di un prodotto come l'asparago che dà non solo reddito ma anche una forte ricaduta d'immagine a un territorio che, dopo la chiusura generalizzata delle stalle di vacche da latte, sta facendo salti mortali per non gettare la spugna» . Concorde l'agronomo Claudio Fabbro: «Quella di Felchero è una conclusione triste ma realista - il parere dell'esperto - ed è legata alla prospettiva di dover estirpare totalmente le superfici devastate che, per i corretti principi della rotazione, dovranno essere destinate ad altre colture ed attendere almeno 7-8 anni prima di ospitare nuovamente il pregiato asparago bianco. Sarebbe evidentemente un grossissimo problema per il comparto». Ad acuire le difficoltà, il fatto che fra due settimane non sarà più la Provincia a dover fronteggiare l'emergenza Dal primo giugno, infatti, l'ufficio faunistico e venatorio passerà sotto le competenze delle Regione e, con esso, anche la complicata partita della gestione della presenza dei cinghiali. «I meccanismi si faranno più farraginosi - aveva commentato l'assessore provinciale all'Ambiente, Mara Cernic -. Negli anni la Provincia ha messo in atto delle autorizzazioni al mondo venatorio per il prelievo in deroga alla specie dei cinghiali. Tali provvedimenti negli anni precedenti hanno permesso il prelievo di circa una cinquantina di capi/anno per risolvere come extrema ratio alcune problematiche legate a danni all'agricoltura ed a pubblica sicurezza».
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