Camposanto “vietato” ai disabili in carrozzina I vialetti sono inadatti

GRADO. Disabili in difficoltà a transitare lungo buona parte dei vialetti del grande cimitero di Valle Le Cove. Lo evidenzia l’ex sindaco Giovanni Rudy Vio, che si chiede se nei programmi del Comune siano previsti interventi per rimediare alla situazione. Vio parte da una considerazione generale: nel corso di una delle visite a famigliari, parenti e agli amici defunti, ha ravvisato che il cimitero è ben manutenuto. È altresì arioso e affatto cupo. Ordine e pulizia, ricorda l’ex sindaco, danno un altro senso anche alla tristezza che, ben comprensibile, ciascuno ha nel frequentare il camposanto. «Ciò è buona cosa e va a onore delle amministrazioni che l’hanno così ristrutturato e del servizio di custodia così ben tenuto», dice Vio. Fin qui tutto bene. L’ex sindaco entra poi nel merito della questione: «Nel contempo, tuttavia, ho notato che alcuni sentieri che contornano i campi di sepoltura non sono adatti per tutti. Mi riferisco alle molte persone che sono purtroppo costrette in carrozzina o devono deambulare con altri mezzi di appoggio e che fanno grande difficoltà, quando non siano dissuasi, specie se non accompagnati, a percorrere i sentieri». Anche mamme e nonne che si portano i bambini in carrozzina palesano le medesime difficoltà.

Peraltro, evidenzia ancora l’ex sindaco, gli stessi visitatori fanno fatica a camminare anche perché il ghiaino nasconde alcuni avvallamenti. «E’ intuibile che il rimedio per i campi di sepoltura non è possibile, ma per i sentieri ci sarebbe una soluzione realizzando lungo i bordi che delimitano i campi una fascia di asfaltatura o altro, che consenta il passaggio a chi deve utilizzare sedie a rotelle, carrozzine o quant’altro, in modo di renderne meno difficoltoso l’accesso». Vio chiede se ciò sia possibile, quanto possa essere oneroso e se l’intervento rientra già tra i programmi del Comune. «Personalmente non lo so – dice -; so, peraltro, che sembrerebbe possibile e utile per chi, meno fortunato, non debba rinunciare a quelle visite che, tutt’oggi, dimostrano il persistere verso i morti di quella ‘pietas’ di noi gradesi eredi, sia del grande senso di rispetto ereditato dalla cultura pagana romana prima e di quella più elevata del cristianesimo poi che continuano a essere esercitate dalla nostra antica comunità».—

An. Bo.

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