Caos totale a San Pier Il Pd va in soccorso del sindaco “nemico”

Schieramenti ribaltati dopo lo strappo sul tema dei profughi Il dem Cristin assessore ombra con le deleghe di Zandomeni
Di Laura Blasich
Altran San Pier-Franco Cristin candidato sindaco PD Foto Maurizio Altran
Altran San Pier-Franco Cristin candidato sindaco PD Foto Maurizio Altran

di Laura Blasich

SAN PIER

A San Pier d’Isonzo, mentre l’ex vicesindaco Riccardo Zandomeni prende tempo e glissa sulla candidatura a sindaco alle comunali, la sintonia tra il sindaco Claudio Bignolin e il Pd, nata attorno all’obiettivo dell’arrivo dei rifugiati in paese, sembra farsi sempre più stretta. Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Franco Cristin conferma di stare collaborando con il sindaco nei settori che erano di competenza proprio dell’ex assessore Zandomeni, quindi istruzione e sport. «Senza percepire alcuna indennità», sottolinea Cristin, che nel 2011 era avversario diretto di Bignolin come candidato sindaco del Pd. L’intesa si rafforza, quindi. Resta da vedere se in misura tale da tradursi in un’alleanza politica in vista delle elezioni amministrative di giugno e nella partecipazione diretta dell’attuale sindaco a supporto del centrosinistra. Magari all’interno di una lista civica candidata assieme a una formazione targata Pd.

«Il Pd è coerente con i suoi valori e lavorerà sempre per il bene del paese - dice dal canto suo Cristin -. Niente personalismi e ambiguità. Ciò detto, è chiaro che il Pd di San Pier d’Isonzo non ha alcun motivo per cercare Zandomeni. Tanto meno vi sono le basi per poter accettare la sua proposta di sostenerlo nelle prossime amministrative». Cristin e il Pd definiscono del resto l’ex vicesindaco e la lista Il Comune nel cuore come espressione del centrodestra, dopo la posizione assunta sulla vicenda dell’accoglienza di rifugiati in paese, il cui arrivo pare imminente. Un tema che ha visto il Pd proporre un ordine del giorno cui i numeri in aula hanno dato ragione, come rileva Cristin. «Per senso di responsabilità che da sempre caratterizza il nostro movimento politico e per vicinanza valoriale e politica - aggiunge il capogruppo - abbiamo dato sin da subito la nostra disponibilità a garantire i numeri in Consiglio comunale al sindaco Bignolin per evitare un commissariamento del nostro paese e per proseguire questo mandato, finalmente pensando al bene dei nostri concittadini e non ai personalismi di alcuni esponenti di centrodestra. Lo stiamo facendo senza aver chiesto poltrone da assessore o altri incarichi, a differenza della lista civica di destra la quale riuscì per tre anni a far nominare un assessore esterno leghista, anche lui non residente in paese, pagato con i soldi della nostra comunità».

A San Pier c’è però anche chi tiene a ricordare come la “sintonia” il sindaco Bignolin e il Pd l’abbiano trovata, guarda caso, a sei mesi dalla scadenza del mandato e l’appuntamento con le comunali. A farlo è Giuliano Sartor, esponente del centrodestra (area del Pdl prima e Fi poi), che ha lavorato all’ultima campagna elettorale assieme al consigliere Lucio Roblegg, ex An schieratosi con il sindaco della vicenda rifugiati. «Bignolin si è seduto in Consiglio comunale dalla parte opposta al Pds-Ds-Pd. La campagna elettorale del candidato Bignolin del 2006 è stata gestita strategicamente, e anche in modo egregio, da Roblegg, ai tempi uomo di punta di Alleanza nazionale e dai suoi colleghi di cordata. Nel secondo mandato, la campagna elettorale è stata sempre gestita da Roblegg e da me, assumendomi il compito di portare serenità nel gruppo, senza imporre nessuna scelta di parte o veti ad personam».

Il rieletto sindaco Bignolin, per Sartor, ha però dimostrato di non essere abituato a condividere le scelte. Un tanto, secondo Sartor, è avvenuto quando in giunta si sono modificati gli equilibri con la presenza, attorno a metà mandato, di due assessori espressi dalla civica Il Paese nel cuore (Zandomeni e Bevilacqua) e due componenti della civica Uniti per crescere. Sartor definisce quindi il percorso politico del sindaco «davvero imbarazzante». E aggiunge: «Mi auguro comunque molto sinceramente - conclude - che il Pd di San Pier, ritrovando il suo antico orgoglio, metta in pista, alle prossime elezioni, una formazione politica autonoma e autoctona».

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