Capannone inadatto alle feste San Pier cancella il Carnevale

Lo spazio dell’azienda agricola Gandin deve essere adeguato per ospitare eventi Servono tra i 40 e i 50 mila euro. Dopo decenni sparisce una tradizione bisiaca
Bonaventura Monfalcone-19.02.2012 Festa di Carnevale-Agriturismo Gandin-S.Pier d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-19.02.2012 Festa di Carnevale-Agriturismo Gandin-S.Pier d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura



La Bisiacaria perde una delle sue feste di Carnevale più affollate e amate. È quella che fino all’anno scorso è stata organizzata il venerdì e il sabato prima del martedì grasso dall’azienda agricola Gandin Marcellino nei suoi spazi assieme a due associazioni del paese. L’azienda ha però dovuto rinunciare a quella che sarebbe stata la decima edizione di un evento nato per riportare il Carnevale a San Pier, nel luogo in cui a lungo è stato realizzato il carro allegorico del paese. Adeguarsi a quanto previsto dalla normativa più recente in materia di eventi è stato impossibile, come spiega Marina Sfiligoi Gandin.

«Le prime problematiche le abbiamo avute già lo scorso anno – afferma –, ma siamo riusciti a superarle, utilizzando i percorsi offerti dalla normativa allora vigente. Avendo sentore di ulteriori cambiamenti, ci siamo mossi subito dopo Carnevale per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, ma alla fine abbiamo dovuto arrenderci».

Il capannone, che fino al 2019 ha ospitato la due giorni, assieme a un tendone allestito per l’occasione, avrebbe dovuto innanzitutto cambiare destinazione d’uso da agricolo a civile, con i lavori del caso. Vale a dire quelli su serramenti, impianto antincendio, pavimentazione, allestimento interno, per una spesa oscillante tra i 40 e i 50 mila euro.

«Sapendo che poi non avremmo più potuto impiegare il capannone per ricoverarvi i mezzi agricoli e avremmo dovuto costruirne un altro» sottolinea Marina Sfiligoi. Al di là della trasformazione della struttura, l’azienda avrebbe dovuto poi affrontare le spese per la presenza dell’ambulanza, della security e del personale antincendio, adeguandosi anche alle normative anti-rumore.

«Insomma, alla fine abbiamo dovuto mollare – aggiunge –, anche perché, essendo una realtà privata, non possiamo ricevere fondi dedicati e avere degli sponsor è comunque complicato. Le spese sarebbero state decisamente superiori a quanto finora veniva ricavato e ripartito solo tra le associazioni, quella degli Scussoni e dell’Associazione sportiva Isonzo, che da anni collaboravano alla festa». L’azienda partecipava alle spese, ma non ai guadagni, perché «il punto d’onore era quello di sostenere la tradizione del Carnevale nella Bisiacaria». E per il Monfalconese intero soprattutto la serata del sabato era diventata uno degli appuntamenti da non perdere, ormai quasi una tradizione.

«Premesso che dalla sicurezza delle persone non si può prescindere, quello che viene da chiedersi è se le prescrizioni non possano essere modulabili – dice Marina Sfiligoi Gandin –, perché la nostra festa alla fine si trova compresa nella categoria degli eventi con un pubblico tra 200 e 15 mila persone, pur arrivando al migliaio di partecipanti nell’intero evento del sabato».

L’azienda aveva pensato di organizzare comunque una serata in musica per il 22 febbraio, ma alla fine ha deciso di evitare un’iniziativa che avrebbe rischiato di richiamare troppe persone. «Abbiamo davvero l’amaro in bocca» , conclude Marina Sfiligoi Gandin, che non vede come la festa di Carnevale possa essere riproposta, a meno di una revisione della normativa. —



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