Capodistria, le Poste slovene verso il controllo di Intereuropa

Pošta Slovenije dovrebbe riuscire a ottenere la quota di maggioranza per il controllo di Intereuropa, il maggiore gruppo logistico della Slovenia con sede a Capodistria, sul quale aveva espresso interesse anche la società britannica di logistica Xpediator.
Lo rivelano il portale web Siol e il quotidiano di Maribor Večer, citando fonti qualificate vicine all'affare, che spiegano come Pošta Slovenije ha presentato un'offerta vincolante per entrare in possesso del 72% delle azioni di Intereuropa.
Le partecipazioni delle banche - tra cui figura anche Nova Ljubljanska Banka (Nlb) di proprietà statale assieme a Gorenjska Banka, Skb Banka e Banca Intesa Sanpaolo - nella società capodistriana saranno messe sul mercato per un controvalore di 105 milioni di euro, necessari anche per sanare debiti pari a 70 milioni. L'operazione permetterebbe al servizio postale della Slovenia di diventare la più grande società di logistica nel Paese, con una fonte aggiuntiva di ricavo per una società che ha faticato a tenere testa alla concorrenza al ribasso dei servizi postali.
Tuttavia l'acquisizione, sulla quale Pošta Slovenije non rilascia dichiarazioni, deve essere approvato dal Consiglio di sorveglianza della Holding sovrana dello Stato (Sdh), proprietaria di maggioranza dell'istituto postale. Anche l'Agenzia per la protezione della concorrenza deve essere informata dell'acquisizione, il cui parere è atteso nei prossimi mesi.
Ma la notizia che è iniziata a circolare a Capodistria da alcune ore ha già messo in allarme i dipendenti di Intereuropa i quali si chiedono se la nuova proprietà rispetterà il contratto di lavoro vigente, se opererà o meno tagli nel personale e quale sarà la nuova sede centrale. «Se sarà la Posta il nuovo proprietario d Intereuropa - commenta alle Primorske novice Boris Rosi, decano della Facoltà di logistica all’Università del Litorale - diventerà il maggiore operatore logistico del Paese e in questa posizione puoi dettare i prezzi sul mercato». «Ritengo che per i dipendenti - conclude il docente - sia meglio che l’acquirente sia sloveno piuttosto che un operatore estero».
Ricordiamo che Intereuropa negli scorsi anni è stata sull’orlo del fallimento a causa di un pesante investimento - rivelatosi poi sbagliato - fortemente voluto dall’allora presidente del consiglio di amministrazione Andrej Lovšin. Intereuropa infatti acquistò partecipazioni del terminale russo di Čehov investendo oltre 140 milioni di euro. Alla fine però è stata “costretta” a vendere il tutto per soli 45 milioni di euro.
La magistratura slovena ha incriminato per abuso di potere lo stesso Lovšin con il processo a suo carico che è iniziato, ma che subirà un nuovo stop, anzi dovrà ricominciare daccapo per il cambio del giudice che presiedeva il procedimento.
Da rilevare che alcuni osservatori non danno assolutamente per fatto l’accordo con le Poste della Slovenia. Essi sostengono che il “pacchetto” di banche venditrici si prenderanno ancora più di due settimane per esaminare anche le altre offerte e decidere così le sorti di Intereuropa. Non sono esclusi colpi di scena anche se la posizione delle Poste è decisamente forte. —
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