Carcassa di un delfino morto sulla spiaggia di Miramare

Un delfino morto, probabilmente da due settimane, è stato trovato ieri sulla spiaggetta delle Scuderie all’interno della Riserva Marina di Miramare.
Era in uno stato pietoso, senza un pezzo di coda e con la pelle a brandelli, segno che nel lungo periodo in cui è rimasto morto in mare è stato mangiato da altri pesci. Almeno questa è la spiegazione che danno i biologi marini dell’Area protetta. I quali hanno subito allertato i vigili urbani, il servizio sanitario e veterinario dell’Azienda sanitaria triestina. Da una prima analisi risulta essere un tursiope, o delfino dal naso a bottiglia (come viene definito), un cetaceo odontoceto cioè appartenente alla famiglia dei Delfinidi. Si tratta del mammifero più studiato, e più conosciuto, e quello più utilizzato nei delfinari per la grande abilità di questo esemplare di compiere acrobazie fuori dall’acqua. Utilizzato anche perché è una specie di delfini che sopporta più di altri la cattività. Delfini cioè che vengono “addestrati” per lo spettacolo e che attirano la curiosità dei bambini, e non solo. Il delfino trovato esanime era di oltre due metri di lunghezza. Aveva ben poco del suo aspetto originale: il lungo periodo in cui è rimasto morto in mare lo aveva cambiato notevolmente: la coda era quasi sparita e la pelle era a brandelli. Secondo i biologi della Riserva marina era probabilmente morto da un paio di settimane, la marea poi lo aveva trasportato in uno dei più bei posti marini d’Italia. Probabilmente è arrivato da una zona al largo della Slovenia, dove esiste una popolazione stanziale di delfini. Secondo gli studiosi non esistono, comunque, delfini legati a un’area di mare così ristretta ma animali che si muovono in un areale più ampio (golfo di Trieste, Croazia settentrionale) che comprende anche le acque slovene. E proprio nei pressi di Umago è stata trovata nei giorni scorsi un’altra carcassa di delfino morto.
In mattinata, dopo la denuncia, l’intervento immediato dei vigili urbani e del Servizio sanitario e veterinario che hanno poi prelevato un campione per l’esame del Dna del delfino. Una volta terminate queste pratiche “burocratiche” il cetaceo, o meglio quello che è rimasto, è stato ritirato dal Servizio di smaltimento speciale. E ieri mattina, proprio mentre erano in atto i soccorsi al delfino morto, si sono rivisti per pochissimo tempo tempo Gergios e Armani (chiamati così per la loro “eleganza”), i due delfini della specie Tursiops truncatus, che da qualche giorno frequentano le acque prossime alle falesie di Duino. Si sono fatti vedere per pochissimo tempo. Una semplice apparizione, una toccata e fuga per riprendere la via verso Barcola. I due esemplari sono molto conosciuti dai ricercatori che da anni ormai si occupano di fotografare, catalogare e registrare i comportamenti dei cetacei che popolano le acque del Golfo di Trieste. Secondo quanto hanno potuto documentare i ricercatori dell’Area protetta, si tratta di una coppia di adulti di medie dimensioni che sono stati osservati per la prima volta agli inizi di maggio nelle acque slovene al largo di Pirano e successivamente nei pressi dell’Area marina protetta di Miramare. Una settimana fa si sono fatti vivi al largo del castello di Miramare prima di spostarsi verso quello di Duino. Sono dunque diventati due star, ogni loro comparsata attira l’attenzione di studiosi o di semplici curiosi, intenti a prendere la tintarella.
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