Carini al passo d’addio La Miramar a Irace
Fabio Carini non è più alla guida della Miramar, l’associazione che organizza il Trieste running festival, l’evento nato dalle ceneri della Bavisela. Una scelta dettata dagli impegni professionali del giornalista triestino, anche se le feroci polemiche del 2019 sugli atleti africani avevano avviato il passaggio di testimone che si è concluso ieri con la nomina a presidente di Carlo Irace.
Direttore di Acon (l’agenzia giornalistica del Consiglio regionale del Fvg), con una tentata corsa a sindaco nel 2016, Carini era arrivato alla presidenza dell’allora Bavisela a dicembre 2011 subentrando a Enrico Benedetti, dimessosi dopo l’apertura di un fascicolo da parte della Procura della repubblica con le accuse agli allora vertici uscenti di truffa, falso e malversazione. Alla fine del 2016 la tegola definitiva per l’associazione sportiva a causa di un maxiconto da 219 mila euro dell’Agenzia delle entrate per tasse non pagate nel 2007. Allora per salvare la kermesse Carini fece nascere la Miramar, rinominando la Bavisela Trieste running festival e rinunciando alla maratona per puntare sulla mezza e sulla corsa per le famiglie da Miramare a piazza Unità.
«Oggi – spiega Carini – faccio un passo indietro per una scelta di vita dettata dagli obiettivi che diventano molto più diretti all’attività professionale. Voglio però ringraziare tutta la mia squadra che ha lavorato al meglio in questi anni». In realtà la scelta dell’addio ha radici lontane e va agganciata al 26 aprile 2019, quando durante la presentazione dell’evento dichiarò: «Non ingaggiamo runner africani per dare un segnale ai manager che sfruttano gli atleti professionisti». Un’uscita che scatenò una immediata e violenta reazione politica con tanto di prime pagine sui media internazionali e il malumore degli sponsor, pronti a ritirarsi a pochi giorni dalla manifestazione. «Per me – conferma oggi Carini – il Trieste running festival è finito quel giorno quando alcuni personaggi senza scrupoli e senza anima, pensando di fare grandi conquiste politiche, hanno trasformato un’iniziativa solidale in una fake news. Quelle persone non le perdonerò mai e se avessero una coscienza dovrebbero ammettere la scelta sbagliata».
L’anno scorso con il Covid lo stop forzato all’edizione 2020 e quest’anno il passaggio di mano a Carlo Irace, poliziotto in pensione, e fino a ieri vicepresidente di Trieste Atletica e, in precedenza, presidente dell’associazione Tram de Opicna. Nel Consiglio direttivo sono stati eletti anche gli uscenti Alessandro Piemonte e Antonella Derin, oltre a Luca Kafol.
«Sono onorato e felice – commenta Irace – di acquisire una presidenza che è sinonimo di responsabilità nei confronti di Trieste. Nel 2020 il Trieste running festival è dovuto rimanere ai box causa pandemia ma già quest’anno contiamo di ripartire per quanto possibile. È una sfida che condivideremo con le eccellenze locali, con l’obiettivo di rivedere in piazza Unità d’Italia un marchio che ha fatto la storia, quello della Bavisela». —
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