Caro sindaco, tiri dritto sulla sua strada

Dai cancelli sul Molo Audace ai frustini ai vigili: “suggerimenti” natalizi a Dipiazza
Di Paolo Rumiz
Lasorte Trieste 22/12/16 - Sosta Biciclette, Stalli, Pali
Lasorte Trieste 22/12/16 - Sosta Biciclette, Stalli, Pali

di PAOLO RUMIZ

Siccome il sindaco mi ha detto “vergognati, vai a lavorare”, ho deciso di vergognarmi e mi sono messo a lavorare. Mi son seduto a tavolino e gli ho buttato giù un po’ di idee nello spirito del Natale. L’ho fatto pensando che il nostro primo cittadino deve ignorare il raglio d’asino di certi puzzoni convinti di rappresentare la “città civile”, e ascoltare il fondo della sua pancia. Non abbia timori, gli dico, continui con piglio più deciso. Città aperta? Balle. Negozi storici chiudono? Fa niente, rinasceremo. Il tremebondo cattolicume mugugna? Non si faccia influenzare. Non ascolti quei perditempo dei consiglieri comunali. L'importante è ripulire, tranciare, ordinare: soltanto da questa netta visione della Civitas potremo diventare grandi. E veniamo ai provvedimenti.

Primo: transennare le Rive per impedire sbarchi inattesi. Costa, ma ne vale la pena. Negli ultimi due secoli, dal mare sono venuti solo guai per la città: figurarsi ora, col Mediterraneo zeppo di indesiderabili. Secondo: chiudere con cancelli il Molo Audace e piazzarvi un vigile fisso che controlli i documenti di chi va a godersi gratis l'Adriatico. Bisogna impedire che vi accedano stranieri e giovinastri sbracati con chitarre, tamburi africani e allegri campanelli. Basta! Consiglio multe drastiche: cento euro ai pantaloni laschi o a mezz’asta, cinquanta alle scarpe slacciate, trenta alle dita nel naso. Vietati strumenti musicali e panini. Vietato sedersi a bordo riva. L’Audace è il nostro biglietto da visita e il suo decoro va garantito.

Quanto alle bici, caro Sindaco, non ascolti gli omuncoli su due ruote che vedono nelle sue sante cesoie taglia-lucchetti un invito ai ladri di tutto il mondo di venire a Trieste. Non li ascolti: sono dei miserabili che non hanno un quattrino per farsi un’automobile. Le consiglio il massimo di spietatezza, e sono certo che questo farà parlare di lei in tutta Europa. Questo la obbligherà a far lavorare i vigili notte e giorno, certo, ma anche qui la esorto a non aver paura: riqualifichi una fetta del personale comunale - noti perdigiorno - per farli lavorare sulla strada. Basta gente imboscata negli uffici. Un’amministrazione comunale come si deve si giudica dal numero di controlli fatti, rione per rione. Io mi aspetto da lei che, accanto al santo manganello, alla cintura dei vigili faccia comparire un frustino adatto a richiamare bonariamente gli indisciplinati per evitare l’estremo ricorso al bastone, poi le cesoie (che vanno prese robuste) e, sempre alla cintura, la tanto invocata pistola. La Polizia di Stato mugugna, lo sappiamo: vorrebbe il monopolio delle armi da fuoco. Ma lei se ne fotta e righi dritto. Questa città insicura, dove camminare di notte è diventato impossibile, le chiede a gran voce questo estremo provvedimento. Controllare, per Dio, soprattutto la gente di colore, perché rassicura la gente. Impari da Treviso (amministrazione di sinistra), dove i vigili fermano gli autobus a sorpresa per controllare i passeggeri e stanare i portoghesi.

Non parliamo dei centri scientifici: tane di stranieri con grilli per la tes. ta, nascondiglio di agenti islamici e bombaroli potenziali. Anche lì, non si faccia scrupoli. Mandi i suoi uomini in divisa a compiere incursioni in posti di sedizione come il Centro internazionale di fisica teorica, il Sincrotrone, l'Area di ricerca, il Centro di biotecnologia. Cosa hanno portato a Trieste? Cultura? Scienza? Forse anche sì, ma cosa ha portato a Trieste la cultura e la scienza? Niente. La cultura non si mangia, né a Roiano né a Coloncovez. Vogliamo mettere con i vasconi delle naridole di un bel parco del mare, un milione di visitatori l'anno? O con gli elefanti in piazza Unità per l'Aida en plein air?

Vede, caro Sindaco, qui devo metterla in guardia prima di tutto da se stesso. Dal suo buon cuore. Quello che per esempio le ha fatto dire sì al “tendone della misericordia” in un momento in cui la misericordia dovrebbe essere bandita ovunque. Lasci perdere con quelle cose. Continui nel segno dell'inflessibilità. Chiudere, separare, verificare. Aumentare i controlli anche nel passaggio da un rione all'altro. Mettere, se necessario dei reticolati al confine dei Comuni minori, dai quali può filtrare qualsiasi cosa. Ripristinare una sbarra di controllo alla frontiera con la Slovenia. Basta cevapcici. Basta pelinkovac e fritole con l'anima nei menu dei ristoranti. Introduciamo il triestino nei lavori del Consiglio comunale e chiediamo che sia riconosciuto come lingua.E ancora: invitare Donald Trump e Vladimir Putin a una festa di ballerine brasiliane; arricchire con un Luna Park le biblioteche e i musei meno frequentati; trasformare Ursus in una base per bungee jumping, portare in piazza Unità le selezioni di Miss Universo. Basta tristi viaggi ad Auschwitz e striscioni di solidarietà per chiunque, specie se studenti ficcanaso come quell'imprudente di Regeni. E ancora: trasformare in parcheggio l'inutile stazione di Campo Marzio, aprire un casinò a San Giusto, bandire le gonne lunghe, i neonati portati in grembo alla zingaresca-via e i foulard per le donne. Basta, basta, basta.

Sa, ho dovuto scrivere in fretta a buttar giù queste idee, perché lei è stato sempre più veloce di me. Era come se mi leggesse nel pensiero. Stavolta ho cercato di precederla con questo, sia pur tardivo, regalo di Natale. Anche perché non si dica che le vado a rimorchio. Insomma, viva Trieste e buon Natale a tutti.

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