Caropedaggi sull’A4: aumenti fino al 4%

TRIESTE. Sono lontane le stangate con aumenti in doppia cifra da un anno all’altro. Ma, pur se in un contesto in cui il biglietto al casello costa da ieri mediamente meno dell'1% in più, i pendolari in A4 - per esempio chi si muove in automobile da Trieste a Villesse o da Trieste a Palmanova - si ritroveranno in qualche caso rincari superiori al 4%. Il ritocco delle tariffe è una consueta brutta notizia di ogni primo gennaio. A concedere alle concessionarie la possibilità di alzare il pedaggio è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Visti gli investimenti pesanti nella terza corsia nel 2011 in A4 si toccò il +13,58%, nel 2012 il +12,93%, nel 2013 il +12,63%, nel 2014 il +7,17%, nel 2015 il +1,5%, mentre nel 2016 i prezzi furono congelati. Nel 2017 ritorna ora a salire pure il costo delle tratte autostradali gestite da Autovie Venete.
A fronte di un dato nazionale del +0,77% (con punte però del 7,88%), la concessionaria regionale viaggia appena sopra: +0,86%. Ma, a verificare qualche esempio concreto, laddove scatta l'incremento di 10 centesimi, i picchi sono percentualmente significativi.
L'automobilista triestino che entra al Lisert ed esce a Villesse vede il ticket alzarsi da 2,40 a 2,50 (+4,17%). Lo stesso fino a Palmanova. Dieci centesimi in più pure dal capoluogo regionale a Latisana (da 4,40 a 4,50, +2,27%) e a San Donà di Piave (da 7,50 a 7,60, +1,33%). In Friuli i 10 centesimi all'insù riguardano invece la tratta Udine Sud-Latisana (da 3,40 a 3,50, +2,94%). L'aumento tocca qua e là anche le altre classi di veicoli: B (veicoli a due assi come monovolumi, autocarri o autobus), 3 (veicoli a tre assi come autovetture con carrello o caravan), 4 e 5 (veicoli a quattro o cinque e più assi come autoarticolati e autotreni).
Dove, al contrario, la tariffa resta la stessa del 2015 (nel 2016 Roma non era intervenuta), si tratta dell'applicazione del meccanismo di arrotondamento. In sostanza, secondo il dettato del decreto interministeriale del 12 novembre 2001 che servì a ridefinire le regole del passaggio dalla lira all'euro, l’arrotondamento è per difetto a zero in caso di importi fino a 5 centesimi e per eccesso a 10 oltre i 5 centesimi. Meccanismo dunque automatico senza che Autovie abbia potuto fare nient’altro che procedere all’applicazione.
Nulla di cambiato nemmeno sul riparto degli incassi. Una parte, pari al 2,5% circa, continua ad andare ad Anas, l’Iva allo Stato, un’ulteriore quota viene utilizzata a copertura degli investimenti e un’altra è destinata alle spese di manutenzione: dalla gestione degli impianti tecnologici agli interventi più vari (riasfaltature, sostituzione di barriere di protezione, azioni di prevenzione del ghiaccio o di ripulitura dalla neve; potatura delle siepi, sfalcio del verde, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale).
Autovie fa infine sapere che le agevolazioni per i pendolari, attivate dal ministro Lupi nel febbraio 2014 e prorogate l'anno successivo fino al 31 dicembre 2016, sono state confermate per il 2017. Il protocollo sottoscritto fra Aiscat (l'organismo di rappresentanza delle società autostradali), alcune concessionarie e il ministero prevede l'applicazione di una “scala sconti” basata sul numero dei transiti e applicabile per tratte non superiori ai 50 chilometri. L’ agevolazione consiste nella riduzione del pedaggio, applicata in misura progressiva, da un minimo dell'1% (in caso di 21 transiti/mese) a un massimo del 20% (in caso di 40 transiti/mese).
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