Carta famiglia, bonus solo con 8 anni di residenza

Ok anche il ripristino della riduzione dell’Irap a banche e assicurazioni: maggiori incassi per 25 milioni
TRIESTE Otto anni di residenza o lavoro in Italia di cui uno in regione per beneficiare della Carta Famiglia. La maggioranza trova la quadratura del cerchio che mette d’accordo Lega Nord e Udc. Da una parte c’era la richiesta del ‘10+5’ leghista, dall’altra i centristi puntavano a sei anni in Italia (mantenendo l’anno in Friuli Venezia Giulia già previsto attualmente per la Carta Famiglia). «Volevamo mitigare l’emendamento della Lega – spiega il capogruppo dell’Udc, Edoardo Sasco – ed evitare il principio secondo cui per ogni misura vale la previsione dei dieci anni». Il Carroccio dal canto suo accetta l’accordo: «Tutto sommato gli otto anni a cui siamo arrivati rappresenta un buon traguardo per evitare che la Carta Famiglia resti, com’è attualmente, una misura rivolta perlopiù agli immigrati» commenta il capogruppo leghista, Danilo Narduzzi. Per Daniele Galasso, capogruppo del Pdl, che ha guidato la mediazione, «si è trovata una buona intesa».


Quello della Carta Famiglia era l’ultimo vero nodo da sciogliere all’interno della maggioranza che andrà al voto compatta anche sulla norma che ripristina lo sconto Irap per le banche e le assicurazioni. Una norma, spiega l’assessore al bilancio Sandra Savino, resasi necessaria dopo i rilievi della Comunità Europea che intravvedeva una discriminazione nella norma concepita in Finanziaria ma che soprattutto, a fronte di un impegno di risorse per 4 milioni di euro, punta a far rientrare almeno in parte i sei decimi di Irpef sui dipendenti che invece vengono riscossi fuori regione. «Lo sconto Irap alle banche era stato accordato alle banche dalla Giunta Illy all’interno dell’accordo su Friulia holding – sostiene Galasso – ma senza verificare che l’Irpef sui dipendenti venisse versato in Fvg. Ora chiediamo uno sforzo di responsabilità».


La Lega, tendenzialmente contraria all’emendamento della giunta, lo voterà in base alla prospettiva di far rientrare parte di queste risorse (che ammontano complessivamente a 25 milioni di euro). «Per noi è stato importante estendere il beneficio alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi – spiega Maurizio Franz – e l’abbiamo ottenuto in Finanziaria. Davanti alle rassicurazione del presidente Tondo e dell’assessore Savino voteremo la norma». Più perplesso Federico Razzini, vicecapogruppo leghista, che potrebbe uscire dall’aula al momento di votare l’emendamento.


La seduta di oggi, che potrebbe concludersi in tarda serata, vedrà anche la votazione sulla riforma nella sanità: l’emendamento della maggioranza prevede la cancellazione dell’Agenzia regionale (che sarà commissariata entro il 1 ottobre) e del Csc (entro due mesi un decreto del presidente ne indicherà i tempi per la chiusura) lasciando tutte le funzioni in capo alla Direzione centrale che si prenderà carico di tutta la gestione della sanità a partire dal 1 gennaio 2010.

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