Casa di riposo Sereni Orizzonti Iter completo ma cala il silenzio

Dopo la bufera giudiziaria nessuna comunicazione della società al Comune In ballo oneri di urbanizzazione per 110 mila euro. E l’opposizione interroga
Bonaventura Monfalcone-21.08.2019 Zona in cui sorgerà la nuova casa di riposo e rendering-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.08.2019 Zona in cui sorgerà la nuova casa di riposo e rendering-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



All’inizio, ed era dopo Ferragosto, l’idea del progetto suggeriva all’ente entusiasmo sotto ogni punto di vista. Poi è arrivato ottobre, con la notizia delle pesanti accuse formulate nell’inchiesta della Procura di Udine che ipotizza una presunta truffa milionaria sui contributi pubblici da parte di ex vertici del gruppo Sereni Orizzonti (90 strutture e 6 mila ospiti gestiti tra Italia, Germania e Spagna), ed è calato il silenzio. Nel frattempo si è assistito all’azzeramento della precedente governance, l’istanza di dissequestro dei conti correnti della società e delle persone indagate è stata accolta e si è avviato un cambio di rotta. Ma – ed è riferito dal consigliere di Forza Italia con delega all’Urbanistica Giuseppe Nicoli – della nuova casa di riposo in via Galilei, 110 posti per non autosufficienti in una struttura di quattro piani fuori terra e uno interrato, per un investimento di 5,6 milioni, «non sono ancora giunte comunicazioni» dopo la bufera.

«Non ci sono stati contatti – ammette l’azzurro –, ma neppure sono pervenute informazioni difformi da quanto prospettato, quindi presumo che il programma di Sereni Orizzonti prosegua». Supposizione condivisa dal sindaco Anna Cisint, secondo la quale il nuovo assetto del cda andrebbe appunto nella direzione di mandare avanti l’attività. Ma a che punto è l’iter della nuova residenza protetta? «Sotto il profilo autorizzativo è tutto a posto – replica Nicoli –. È stata avanzata la richiesta di permesso a costruire e sono stati depositati tutti gli elaborati necessari. Anche l’ultimo via libera che mancava, quello dei vigili del fuoco, è arrivato». Dunque il «rilascio del permesso, propedeutico all’avvio lavori, è subordinato al versamento, anche in misura rateale, degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione dovuti all’ente, per una somma pari a circa 110 mila euro, ancora non corrisposti». C’è ovviamente un lasso nel quale l’operazione deve ottemperarsi. «Se non erro entro un anno – conclude Nicoli – e immagino che la Sereni Orizzonti starà facendo le sue valutazioni. Trascorso il tempo si perde il diritto acquisito con la progettualità per la quale si è chiesto il rilascio del permesso».

Intanto l’opposizione vuole vederci chiaro e il consigliere Cristiana Morsolin non manca di rilevare come siano «molto preoccupanti le notizie dell’indagine fatta dalla magistratura sulle case di riposo private gestite da Sereni Orizzonti, sia per le condizioni denunciate dai parenti degli ospiti sia per le condizioni lavorative dei dipendenti»; e come «lo stesso soggetto abbia in piedi un progetto di costruzione di una casa di riposo nel nostro Comune, battezzato positivamente dall’amministrazione». Inoltre, riferendosi al fatto che il sindaco Cisint, non più tardi di un paio di settimane fa, durante la presentazione dell’iniziativa “Ospizio aperto” aveva sottolineato gli alti standard di assistenza offerti dalla Casa albergo, struttura pubblica in capo al Comune, Morsolin assieme agli altri consiglieri d’opposizione (Pd, La nostra città, M5S e Gruppo misto) chiede in un’interrogazione con risposta orale e scritta di conoscere quali siano le «verifiche messe in atto», cosicché l’esecutivo «relazioni in Consiglio sulla situazione e sugli intendimenti dell’amministrazione».

«È da un anno – sostiene l’esponente della Sinistra – che siamo senza commissione Sanità, visto quanto accaduto sarebbe il caso che l’esecutivo delinei il quadro complessivo in aula. Vogliamo capire se c’è un piano. Tra l’altro ricordo che Nicoli, mesi fa, appariva entusiasta, citando pure i soldi della Bucalossi. Poi è piombato il silenzio». «Io se fossi al governo – conclude – alla luce delle successive notizie di carattere giudiziario, fermo restando però che non v’è alcuna condanna, mi sarei allarmata e sarei comunque andata a chiedere, come Comune, che la futura struttura promuova, nel fornire l’assistenza agli anziani, gli stessi livelli qualitativi del pubblico». –



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