Caso Biot, una delle spie russe espulse era “amica” di Cormons

CORMONS Era un amico di Cormons e, in particolare, della Società Cormonese Austria uno dei due ufficiali dell’intelligence russa espulsi dall’Italia in seguito all’indagine del nostro controspionaggio sulle attività del capitano di fregata Walter Biot. L’addetto militare dell’ambasciata Aleksej Nemudrov è stato colui che ha organizzato la cerimonia al cimitero austroungarico di Brazzano del novembre 2019, quando assieme alla Società Cormonese Austria l’ambasciata russa ha voluto rendere omaggio ai propri caduti morti durante la Grande Guerra e sepolti nel camposanto vicino al fiume Judrio. Non solo: lo stesso Nemudrov fu il gran cerimoniere dell’evento che qualche settimana più tardi avrebbe portato alla consegna di un’onorificenza nei confronti del presidente dell’associazione cormonese Giovanni Battista Panzera, proprio per l’impegno di quest’ultimo relativamente alla memoria dei giovani russi sepolti a Brazzano. Un legame, quello tra l’associazione presieduta da Panzera e i rappresentanti della diplomazia di Mosca a Roma, che è proseguito e che avrebbe sicuramente portato ad altre iniziative di richiamo storico e culturale se nel frattempo non fosse intervenuta l’emergenza epidemiologica che ha di fatto impedito ogni altro evento al cimitero austroungarico brazzanese.
L’intesa tra l’ambasciata russa e Cormons si è concretizzata anche sotto un altro aspetto: proprio le basi gettate in occasione della cerimonia del 2019 aveva fatto conoscere il vino del Collio ai diplomatici e militari russi di stanza a Roma, che nel tempo hanno potuto apprezzare diverse etichette locali.
Va detto che Nemudrov a Cormons non è mai venuto: era infatti atteso in occasione dell’evento del 3 novembre 2019 (il suo nome era presente nella lista delle personalità) ma un’indisposizione lo aveva costretto a rimanere a Roma, inviando a Brazzano il suo vice: «All’epoca Nemudrov non riuscì ad essere presente per un piccolo problema di salute – ricorda Panzera – ma ebbi ugualmente occasione di conoscerlo quando venni invitato assieme al sindaco Roberto Felcaro all’ambasciata russa di Roma per ricevere a febbraio 2020 un’onorificenza in occasione della festa per la Giornata del Difensore della Patria, nella quale ogni anno lo Stato russo ricorda e omaggia il proprio Esercito. Rammento una persona alla mano, che si dimostrò molto ospitale nel suo ruolo di gran cerimoniere. Potrei solo parlarne bene per quanto ho avuto modo di conoscerlo. So che si trovava a Roma con la moglie e i figli, dispiace davvero quanto successo. Speriamo – conclude – che questo fatto non infici sugli ottimi rapporti che siamo riusciti ad instaurare in questi anni con la rappresentanza diplomatica russa a Roma». —
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