“Cassa” alla Conforama chiesto aiuto alla Regione

Sindacati, sindaci di Bagnaria Arsa e Palmanova e azienda incontreranno l’assessore Brandi. Si vuole ridurre il numero dei lavoratori in Cigs a zero ore

di Elena Placitelli

BAGNARIA ARSA

Amministrazioni comunali e sindacati si preparano al nuovo vertice in Regione dedicato alla crisi della Conforama. Il capoluogo giuliano ospiterà un incontro, che per la prima volta vedrà seduti sullo stesso tavolo i vertici aziendali, le organizzazioni sindacali, l’assessore regionale al Commercio, Angela Brandi, e i sindaci di Bagnaria Arsa e Palmanova, Cristiano Tiussi e Francesco Martines. Si punta a “salvare il savabile” facendo leva sulla peculiarità dell’ex Mercatone di Bagnaria Arsa rispetto agli altri grandi magazzini che la Conforama gestisce in tutto il territorio nazionale e che, seppur meno pesantemente, restano anch’essi colpiti dalla politica degli esuberi intrapresa dall’azienda. All’indomani del vertice nazionale a Roma, che ha visto la rottura della trattativa dopo che la Conforama ha annunciato la cassa integrazione a zero ore senza rotazione, rimangono ancora delle speranze per il punto vendita all’ingresso dell’autostrada.

La via che i sindacati intendono percorrere guarda all’incontro con la Regione, facendo leva sul meccanismo di solidarietà che si è già tentato di generare. «Riusceremo a spuntare qualche numero in meno», commenta il segretario provinciale della Cgil Filcams, Claudio Caporale. Le prese di posizione non sono ancora nitide, anche perché il quadro non aiuta. Molti gli interrogativi dei 50 lavoratori postio in “cassa”, un terzo degli occupati di Bagnaria Arsa, che ieri sera dalle 20.30 si sono riuniti in assemblea insieme ai sindacati. A livello nazionale, l’azienda ha sostituito alla mobilità la cassa integrazione a zero ore. Significa che fra i 160 esuberi annunciati all’inizio di giugno (distribuiti in 6 negozi su tutto il Paese, di cui un terzo solo a Bagnaria), una fetta ancora indefinita sarà sostenuta dall’ammortizzatore, ma senza che possa essere introdotto gradualmente riducendo mano a mano le ore di lavoro. Chi sarà colpito dalla crisi, non avrà altre possibilità di rientrare, proprio perché non è garantita la rotazione fra i dipendenti. La fase è però embrionale, per cui a Bagnaria non si sa ancora esattamente quanti fra i 50 lavoratori posti inizialmente in mobilità godranno della cassa e quando diventerà operativa. Tutti interrogativi che verranno affrontati al vertice triestino «tentando di impegnare la Regione – riprende Caporale – a mettere in campo percorsi formativi per ricollocare i lavoratori, prima che finisca la cassa». Per il sindaco Cristiano Tiussi, «il vertice richiesto con tutte le parti in gioco servirà a chiedere direttamente alla proprietà se pensa a qualche soluzione per il punto vendita di Bagnaria o se il disinteresse manifestato non possa piuttosto trasformarsi progressivamente nella completa chiusura del negozio. In tal caso vorrebbe dire che nella Bassa resteranno a piedi 150 lavoratori e famiglie».

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