Cattinara, acqua salata per una pompa difettosa

Individuato il guasto, è finito troppo sale nella rete idrica dell’ospedale Risolto il problema, “minerale” ai pazienti finchè non arrivano le analisi
Di Gabriella Ziani
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara

Era soltanto sale, cloruro di sodio, insomma praticamente sale da cucina. Ma è finito in grande quantità nelle condotte dell’acqua a Cattinara scatenando l’allarme generale nei 15 piani di entrambi le torri, il divieto di usare acqua corrente, l’intervento immediato di AcegasAps che ha subito escluso problemi alla rete idrica esterna.

Ieri sera la seconda serie di analisi di Acegas, validata anche dall’Arpa, ha dato infine il verdetto: l’acqua è potabile, è idonea al consumo. Che cosa è successo? Come fa del sale a finire nell’acqua di rubinetto di un intero ospedale?

Intanto l’Azienda ospedaliera ha ordinato analisi ulteriori, per controllare che non vi siano nelle condutture altre sostanze organiche, e questi risultati saranno noti solo oggi. Fino a ieri si è continuato a fornire i reparti con scorte ulteriori di acqua minerale.

Per il direttore generale Francesco Cobello il caso è praticamente chiuso: «Si è trattato di un guasto all’impianto del trattamento dell’acqua, che prevede un misto chimico di sale associato a biossido di cloro, l’acqua adesso è tornata normale. L’altro giorno l’avevo assaggiata anch’io, e in effetti non era certo di sapore gradevole...». In certi piani ieri era tornata abbastanza buona, in certi altri manteneva però un sapore alterato.

Il punto sta proprio nell’impianto. Lo spiega il direttore tecnico dell’Azienda ospedaliera, Elena Clio Pavan: «Il guasto non ha riguardato il serbatoio sottoterra, che serve solo per eventuali emergenze, ma proprio l’acqua di acquedotto, che fornisce l’intero complesso delle torri, e che dalla condotta principale ha delle derivazioni per i singoli edifici. L’acqua è rimasta perfettamente normale sia al Polo cardiologico e sia all’edificio di Anatomia patologica, si è guastata invece nella piastra fino al quinto piano e nelle due torri dell’ospedale, perché qui - dice Pavan - a causa della conformazione dell’edificio, con la sua altezza, e a causa della vetustà delle tubazioni usiamo dei sistemi di purificazione speciali per cautelarci dal rischio di legionella».

Torna dunque l’imputato numero uno: la vecchiezza dell’ospedale. Anche il sale viene da lì. Nel punto in cui le derivazioni idriche partono verso le torri è stata sistemata una pompa che contiene sale in associazione con biossido di azoto. Questa pompa è andata l’altro giorno in blocco. E ha mandato in circolo tutto il sale in una volta. Nel corso della giornata i rilevatori di AcegasAps e della ditta di manutenzione Siram avevano misurato una progressiva desalinazione. Perché lo scorrere progressivo dell’acqua aveva dilavato il quantitativo improprio.

«La pompa adesso è in riparazione». Vecchia anche quella? «No, è stata installata tre anni fa». E tuttavia il problema della legionella, un pericolosissimo microrganismo che si annida in impianti idrici poco usati, in zone che restano a lungo umide, in sistemi di riscaldamento e condizionamento non ripuliti, e che causa malattie polmonari gravi e perfino letali, non è assente da Cattinara. Proprio per i motivi indicati da Clio Pavan: l’ospedale è un edificio molto alto, e le tubature dell’acqua sono molto vecchie. Risalgono alla costruzione dell’ospedale, e dunque torna pesantemente in campo il problema dei mancati restauri, e anche di una manutenzione straordinaria che non è mai stata fatta.

«I parametri della legionella sono sempre rispettati, ma per prevenzione è meglio fare dei trattamenti», dice giustamente l’ingegnere che ha la responsabilità tecnica dell’intero complesso e anche di quello del Maggiore. Ma dopo lo “shock” delle finestre scardinate dalla bora dello scorso inverno (“una cosa mai vista in un ospedale”), lo sconcerto l’altro giorno è stato forte e generale: «Mai visto uscire acqua salata dai rubinetti». Direttori e tecnici di corsa nei piani, tutti ad assaggiare un sorso d’acqua e a prender paura.

Per di più avendo incertezza su che cosa fosse realmente successo, non sono state prese precauzioni drastiche, come quella di dichiarare “non potabile” l’acqua dei rubinetti, ma si è scelta la via di prudenza, di sconsigliarne cioé l’uso.

Per fortuna, possiamo dire, è uscito il sale dalla pompa e non è scappato fuori il biossido di cloro. Peraltro secondo alcune testimonianze di tanto in tanto il “sapor di cloro” si accentua, perché probabilmente i ritmi di pompaggio non sono così perfetti.

In ultima analisi si capisce che, tra legionella da tenere a bada, sali e cloro, l’acqua di Cattinara è meglio non berla comunque. Nei reparti naturalmente sono fornite di ruotine le bottigliette di acqua minerale, ma poi si confezionano caffè, tè, camomille a ripetizione, si cucinano il riso e la pasta nelle cucine (mentre il resto dei pasti è confezionato all’esterno e solo riscaldato). Sono coinvolti i pazienti, naturalmente, ma anche tutto il personale che lavora.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo