Cattinara, la guerra Clea-Asugi ora prosegue davanti al Tar

Si apre un nuovo fronte nella guerra legale tra l’Azienda sanitaria e Clea, la cooperativa veneta alla guida dell’Associazione temporanea di imprese che ritiene di essere stata ingiustamente estromessa dal maxi-appalto per l’ampliamento dell’ospedale di Cattinara e la realizzazione della nuova sede del Burlo. Come noto, al suo posto è subentrata la friulana Rizzani de Eccher che è attualmente impegnata nell’ultimazione del progetto esecutivo.
Ora tocca alla giustizia amministrativa, che arriva dopo la causa civile, avviata nei mesi scorsi davanti al Tribunale di Trieste con richiesta di risarcimento danni milionario, e il ricorso al Tribunale di Roma, dove l’Ati si è opposta alla richiesta dell’Azienda sanitaria di incassare la polizza fideiussoria da 5,5 milioni emessa dalle compagnie assicurative a garanzia del maxi-appalto.
Il nuovo filone, dunque, è davanti al Tar. Tutto nasce dall’istanza di accesso agli atti riguardanti il subentro di Rizzani de Eccher presentata da Clea lo scorso dicembre all’allora Asuits. Richiesta a cui l’Azienda sanitaria (ora Asugi) non aveva dato seguito: era scattato così quello che in diritto amministrativo è il meccanismo del silenzio-diniego. Richiesta respinta, insomma. Clea si è rivolta al Tribunale amministrativo di Trieste per ottenere l’annullamento del silenzio-diniego e avere così il via libera per l’accesso agli atti rigurdanti il subentro.
L’Azienda sanitaria, però, non ne vuole sapere e si è subito costituita in giudizio per opporsi all’iniziativa di Clea e ottenere dai giudici il rigetto della domanda oltre al pagamento delle spese legali.
Nell’atto con cui il direttore generale Antonio Poggiana decreta la costituzione in giudizio dell’Asugi affidando l’incarico di patrocinio legale all’avvocato Tobia Bianchini del Foro di Milano, viene ripercorso il tormentato rapporto tra l’Azienda sanitaria e l’Ati affidataria del contratto d’appalto per la progettazione e l’esecuzione dei lavori di ampliamento dell’ospedale di Cattinara e per la realizzazione della nuova sede del Burlo. «Nella prima fase di esecuzione contrattuale – si ricorda nel decreto dell’Asugi –, si sono verificati gravissimi inadempimenti e ritardi da parte dell’Ati sia nell’attivazione di valide garanzie che nella redazione della progettazione esecutiva dell’intervento, che hanno costretto l’Azienda a diffidare formalmente e in più riprese l’aggiudicataria al rispetto degli obblighi contrattualmente assunti, ma senza sortire alcun esito positivo».
L’Azienda sanitaria ha quindi proceduto alla risoluzione del contratto d’appalto. Clea ha richiesto l’accesso alla documentazione del procedimento di subentro, con riserva di presentare ulteriore richiesta per altri atti. Secondo Asugi la richiesta di accesso è ingiustificata trattandosi di atti e di procedimento estranei al precedente rapporto intercorso tra Clea e Azienda sanitaria. L’avvocato Tobia ha accettato l’incarico e quantificato al momento in 45 mila euro il compenso per l’assistenza legale davanti al Tar.
Ieri abbiamo chiesto un commento sull’apertura dell’ulteriore filone giudiziario a Clea, ma in questa fase la capogruppo del pool di costruttori preferisce mantenere la linea del silenzio, in attesa di ulteriori sviluppi.
È passato ormai un anno da quel 22 maggio 2019, quando Poggiana, all’epoca commissario dell’Asuits, appose la firma sul provvedimento di risoluzione contrattuale con l’Ati, ufficializzando lo stop ai lavori per il nuovo ospedale e aprendo un periodo che, inevitabilmente, si annunciava contrassegnato dai contenziosi legali. A non convincere erano state in particolare le soluzioni contenute nel progetto esecutivo per quanto riguardava gli aspetti antisismici. Era stata interpellata anche la Commissione sismica, organismo istituzionale cui avevano deciso di rivolgersi Regione e Azienda sanitaria per ottenere un parere sulle proposte tecniche avanzate da Clea.
Un appalto, quello per Cattinara e Burlo che vale 140 milioni di euro considerando i lavori veri e propri, i costi di progettazione, gli oneri per la sicurezza oltre a Iva e altre spese tecniche. La copertura: 45,5 milioni di euro sono finanziati con fondi statali, 14 arrivano da fondi del ministero a favore del Burlo e 80,5 milioni sono attinti da risorse regionali. —
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