Cauto il “foro” «Il sistema ha i suoi tempi»
«Nella vicenda dell’accoltellamento non c’è stato nessun ritardo da parte dei carabinieri o della procura. È il sistema che è così. Sono i tempi della giustizia. A Trieste, rispetto alle altre città, sono anche veloci». Lo dice l’avvocato Andrea Frassini, presidente della Camera penale. Spiega la procedura: «Viene fatta la denuncia. I carabinieri la raccolgono. Poi fanno i loro accertamenti. Quindi depositano i documenti all’ufficio ricezione atti. E da qui il fascicolo viene consegnato al procuratore che poi lo assegna a un sostituto. Quest’ultimo legge e studia la denuncia. Poi, se lo ritiene, come succede frequentemente, contatta gli investigatori disponendo altri accertamenti». Poi riferisce: «Per esempio una mia cliente ha ricevuto una misura cautelare degli arresti domiciliari il 17 febbraio. Il provvedimento era stato chiesto dalla Procura di Napoli nel mese di dicembre».
Anche il presidente dell’Ordine Roberto Gambel Benussi è dello stesso parere. Spiega: «Gli accertamenti da parte degli investigatori servono non solo per tutelare la vittima ma anche l’indagato. Che deve avere tutelati i suoi diritti». Aggiunge: «Capisco che qualcuno possa anche indignarsi e parlare di lentezze. Ma non è questo il caso. Da questi tempi non si scappa. Oppure occorrerebbe una giustizia h/24, con un pm e un gip sempre disponibili».(c.b.)
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