Cava di Devetachi riattivata aumentati prelievi e camion

DOBERDÒ
Si abbassa sempre di più la parete del Carso, aumenta la circolazione dei mezzi pesanti lungo la statale e cambia il paesaggio. «Non abbiamo dati recentissimi, ma se c’è stato qualche incremento nell’estrazione di materiale dalla Cava Devetachi è un buon segno. Lo sapremo solo dal prospetto ufficiale che ci fornirà la ditta con cui il Comune è in convenzione».
È quanto afferma il sindaco di Doberdò Fabio Vizintin dopo le recenti segnalazioni dei residenti della zona sull’ aumento del traffico dei camion che trasportano ghiaia sulla strada statale 52 del Vallone. Il sindaco non nasconde la possibilità che sia cominciata un’inversione di tendenza degli scavi dopo un periodo di magra, quindi un segnale positivo per il futuro, in quanto il materiale serve per la realizzazione delle infrastrutture che portano nuovi posti di lavoro.
L’estrazione di materiale della cava rappresenta la fonte più importante delle entrate comunali annuali che ammonta a 120 mila euro. E non è poco per un Comune piccolo come Doberdò, visti i tempi di magra dei bilanci e dei minori trasferimenti di risorse dello Stato. Vizintin ricorda pure che in attesa dell’autorizzazione regionale, la Granulati per due anni (2010 e 2011) aveva anticipato la somma di 120 mila euro al Comune corrispondenti a 350 mila metri cubi circa, prevedendo che l’autorizzazione sarebbe arrivata a breve, cosa che però non si si era verificata.
Gli ultimi dati forniti dalla società a cui è stata affidata lo scavo, fino alla fine dello scorso febbraio, dichiaravano un’estrazione di poco più di 129 mila metri cubi su complessivi 3 milioni 191 mila di cui 58 mila 625 nel 2017. Un dato molto inferiore alle estrazioni che avvenivano fino al 2010. La Granulati, infatti, aveva presentato alcuni anni fa un progetto di ampliamento e riassetto ambientale della cava che prevedeva di estendere il bacino estrattivo per un limite massimo di quasi 4 milioni di metri cubi di materiale. Il Consiglio comunale dell’epoca approvò una variante del piano regolatore che considerava un’area per l’estrazione del materiale dalla cava.
L’autorizzazione regionale venne rilasciata invece per un volume di materiale inferiore a quello richiesto cioè di 3 milioni 191 mila metri cubi. La situazione della cava Devetachi è nettamente in contrasto con la posizione intransigente degli ambientalisti i quali sostengono che dal punto di vista della conformazione dell’ambiente, la struttura della collina carsica visibile percorrendo la strada del Vallone si è letteralmente trasformata. La parete di chiusura, che una volta nascondeva il buco della cava, si sta abbassando giorno dopo giorno non ha più la forma iniziale e va giù un poco per volta.
Per il Circolo Eugenio Rosmann del Wwf, inoltre, l’area della cava è una Zsc, ossia una zona speciale di conservazione del Carso, quindi un ambiente super protetto. Invece quella volta è stato dato ai limiti della normativa. Scavando entreranno in gioco le piante invasive, specie esotiche, pericolosissime perché distruggono il bosco carsico. Secondo il Wwf, oltre alla conformazione del sito della cava, si inquinerà tutt’intorno e ripristini promessi una volta terminati gli scavi «saranno sempre poca cosa rispetto al danno fatto». —
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