Cavana, Al Redentore tornano di moda i preparati di una volta

di Laura Tonero
«In piazza Cavana, nei vasti locali dell'ex negozio Tedeschi, il signor Serravallo ha trasportato la sua farmacia fornita di tutto quanto può occorrere in caso di mali improvvisi o infortuni accidentali». Così scriveva il nostro quotidiano l'11 febbraio del 1890. In quel lontano martedì la farmacia "Al Redentore" - conosciuta anche come farmacia "Serravallo" - lasciò la sua sede al piano terra di Palazzo Fontana per aprire i battenti nell'attuale locale di piazza Cavana. Un trasloco che non passò inosservato: gli splendidi mobili in mogano, olivo e acero disegnati dal Carlo Macciachini - autore del Cimitero Monumentale di Milano e della chiesa serbo ortodossa di via San Spiridione - e intagliati da Giovanni Cante - vennero smontati pezzo dopo pezzo e riadattati alle dimensioni dei nuovi spazi. La storia di questa farmacia ha radici nel lontano 1801. Dopo le petizioni dei cittadini del Borgo Giuseppino che lamentavano la mancanza di una farmacia in zona, Francesco Boara inaugurò la prima farmacia nell'allora piazza del Sale. Alla morte del fondatore la proprietà passò alla sua vedova che nel 1854 trasferì la farmacia in Corso Italia cambiando l'insegna in "Cervo D'oro".
Nello stesso anno Jacopo Serravallo rileva l'attività riportandola in piazza Cavana al piano terra di palazzo Fontana, con l'insegna "Al Redentore". Quella stessa insegna in stile Liberty composta da una cornice in ferro battuto a motivi floreali fa ancora bella mostra di se sulla facciata di palazzo all'angolo con via del Pesce. L'attività era rinomata per i migliori preparati medicinali e, come recitava la sua pubblicità di allora, per "oggetti di medicatura e utensili per le navi mercantili da traffico, da pesca e da diporto senza medico a bordo». Alla morte di Serravallo gli succede il figlio, Vittorio che trasferisce l'attività nella sede attuale e che commercializza in tutto il modo il "vino ferruginoso di China»: un tonico inventato dal padre prescritto a convalescenti ed anemici, di grande successo oltreoceano nel periodo del proibizionismo americano come bevanda alcolica. Ai Serravallo succede la gestione della famiglia Lang. «All'epoca dei Serravallo - racconta Elena Tinarelli che con la sorella Elisabetta dal 1981 è titolare della storica farmacia - l'attività di produzione dei farmaci e dei preparati era diventata estremamente importante per questa farmacia a tal punto che Serravallo aprì un importante laboratorio a Barcola». E da alcuni anni le due sorelle puntano proprio al rilancio di quel settore. «La riqualificazione di questa zona ha aperto le porte della nostra farmacia a nuove tipologie di clienti - spiega - molti più giovani, turisti, gente di passaggio in zona. E la nostra preparazione in fitoterapia, come pure i nostri preparati, sono molto apprezzati». Chi entra oggi in una farmacia non si limita a consegnare la ricetta e ritirare il farmaco: oggi i clienti sono informati, internet racconta per filo e per segno pro e contro di ogni medicinale. Al Redentore le etichette sistemate sui preziosi cassetti e sui vasi in vetro disposti con ordine sugli scaffali illuminati dai 4 preziosi lampadari Liberty, oggi riportano scritte come "Drenapiù", "Memopiù" oppure "Depurativo Al Redentore", uno dei prodotti più richiesti tra quelli preparati dalle Tinarelli. I locali come pure il mobilio sono ben conservati: «Mantenere una simile struttura ha costi non indifferenti - avverte Tinarelli - i mobili vanno sistemati, riparati, le vetrine adesso necessiterebbero di alcune riparazioni. Ma malgrado siamo stati inseriti tra i locali storici della città non abbiamo mai ricevuto alcun contributo».
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