Cede la gru, motopesca si schianta nel varo al cantiere Tehnomont

Già posate le barriere anti inquinamento, si sta valutando se sia possibile la riparazione o se lo scafo vada rottamato
21.03.2020., Pula - U pulskom brodogradilistu Tehnomont koji se specijalizirao za izradu malih specijanih brodova radi se na zavarivanju i spajanju sekcija. Photo: Dusko Marusic/PIXSELL
21.03.2020., Pula - U pulskom brodogradilistu Tehnomont koji se specijalizirao za izradu malih specijanih brodova radi se na zavarivanju i spajanju sekcija. Photo: Dusko Marusic/PIXSELL

POLA Nello specchio di mare di pertinenza del piccolo cantiere della società Tehnomont sono iniziate le operazioni di recupero del motopesca accidentalmente caduto sulla banchina e poi finito in acqua proprio durante la cerimonia del varo. I tecnici stanno agendo con grande attenzione per scongiurare un possibile incidente ecologico: nel ventre del natante ci sono due tonnellate di gasolio e altrettante di olio idraulico. Finora non si è verificata alcuna fuga dei due liquidi fortemente inquinanti, ma la Capitaneria di Porto ha fatto collocare subito le barriere antiinquinamento galleggianti. Solo dopo che l'imbarcazione verrà rimessa sulla banchina sarà possibile valutare i danni subìti dallo scafo e decidere di conseguenza se ripararlo, recuperandolo almeno in parte, o destinarlo alla rottamazione.

Quella che doveva essere la normale messa in acqua di un'imbarcazione - un'operazione di routine, insomma - si è rivelata invece un incubo, trasformandosi in un vero disastro, anche se fortunatamente senza conseguenze per le persone. È successo l’altro pomeriggio, quando il travel lift, la speciale gru utilizzata per sollevare l'imbarcazione e posarla dolcemente in mare, non ha retto al peso. Dal primo sopralluogo si è constatato che la testa della gru ha ceduto e che un nastro in acciaio che teneva sollevato il motopesca si è spezzato. Di conseguenza la prua è precipitata al suolo ed è quindi scivolata in mare. La poppa invece in un primo momento è rimasta appesa alla gru, per poi però finire anch’essa in mare.

Secondo la direttrice della Tehnomont, Gordana Deranja, visibilmente sotto choc per l'accaduto, la responsabilità del disastro sarebbe tutta da attribuirsi alla società Avangard Shipyards, ingaggiata per la messa in acqua del motopesca. L'imbarcazione appena ultimata era la seconda e ultima di una commessa di due unità giunta da un armatore irlandese. La prima era già stata consegnata e entrata in funzione. Si tratta di uno scafo lungo 26 metri per 7,6 di larghezza, mentre il motore ha una potenz di 420 kW. Oltre a essere dotata di tutte le attrezzature per la pesca a strascico, a bordo l’imbarcazione dispone di un piccolo magazzino e di un settore per la pulitura e il congelamento del pesce appena estratto dal mare.

L’incidente si è verificato nel piccolo cantiere che, a differenza di quanto accaduto con altri come Scoglio Olivi, con i suoi 110 dipendenti stabili e oltre un secolo di attività continua a operare a gonfie vele, con numerose commesse da tutto il mondo per la costruzione di motovedette, motopesca, battelli multiuso, imbarcazioni offshore e di altro genere. Tra le consegne effettuate negli ultimi anni vanno citate le sei imbarcazioni costruite per conto della compagnia norvegese Moen Marin, che le usa per il rifornimento degli impianti ittici nel paese scandivavo. Per quel che riguarda il periodo di sviluppo a medio termine, la direzione aziendale sta valutando la possibilità di costruire anche motonavi passeggeri veloci, rimorchiatori e unità ad alto contenuto tecnologico. —


 

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