Ceduta la Diaco per dieci milioni di euro

Formalizzata la vendita della società alla Farmaceutica di Potenza. Salvi però soltanto 33 posti di lavoro contro il centinaio di persone occcupate in precedenza
Di Corrado Barbacini
Silvano Trieste 14/10/2010 Prefettura di Trieste, Tavolo di Crisi, Diaco
Silvano Trieste 14/10/2010 Prefettura di Trieste, Tavolo di Crisi, Diaco

La Laboratori Biomedicali Diaco è diventata ufficialmente di proprietà della S.M. Farmaceutici, la società di Potenza che si era aggiudicata all’asta lo scorso novembre l’azienda un tempo di Pierpaolo Cerani. Passati di mano anche anche lo stabilimento Diaco di Potenza e la società Novaselect, entrambi della medesima galassia. La stipulazione dell’atto di vendita è avvenuta l’altro giorno nello studio dell’avvocato Camillo Giordano e ha richiesto tutta la giornata. Il prezzo pagato: 10milioni 400mila euro.

Salvi una trentina di lavoratori (prima del crac l’azienda ne impiegava un centinaio). Per altri 61 la cassa integrazione scadrà a fine aprile. Enrico Bran, curatore del fallimento Laboratori Diaco assieme all’avvocato Massimo Simeon, ha espresso l'auspicio che, consolidatasi la ripresa dell'attività produttiva, l'azienda passi a due turni di lavoro, assorbendo altri dipendenti proprio fra quelli allo stato ancora in cassa integrazione. Assieme allo stabilimento triestino, come detto, è stata ceduta anche l'azienda di Potenza, dove la produzione può contare già adesso su linee produttive più moderne. Anche lì sono in forza una trentina di dipendenti. Insomma una boccata di ossigeno in una situazione drammatica fino a un anno fa.

Il caso della Diaco si è dunque chiuso a poco più di un anno dal fallimento della società disposto dal giudice Giovanni Sansone dopo la richiesta del pm Federico Frezza. È stato un vero record dal punto di vista dei tempi, non sempre così brevi in vicende simili in altre città italiane. La società farmaceutica ha continuato a lavorare seppur a ritmi ridotti in tutto il 2012. E questo ha consentito di mantenere integro il valore e quindi di essere ritenuto un investimento appetibile per quelli che poi sono diventati concretamente i nuovi proprietari: Vito Rocco Miraglia e Franco Serventi. L'istanza di fallimento era stata presentata nel dicembre 2011 perché il precipitare della crisi dei Laboratori Diaco (fallita nell'ottobre 2011) aveva aggravato la situazione, trascinando la società controllante verso il baratro. La Diaco spa, dopo l'approvazione del bilancio 2010, aveva infatti coperto le perdite della controllata. E per cercare di salvarla dal crac aveva conferito nei Laboratori Biomedicali la proprietà dello stabilimento di via Flavia 124. La controllata si era però dovuta accollare il mutuo sull’immobile. Agendo in questo modo la Diaco spa si era impoverita, tant'è che dalle prime valutazioni due poste attive hanno subito un vistosissimo ridimensionamento: lo “sbilancio” della società madre, aveva raggiunto i 9 milioni di euro. Questo dato era affiancato alle perdite del 2010 che avevano raggiunto quota 14 milioni e 750 mila euro. Ora, tutto questo, è solo passato.

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