Cellulari e messaggini stanno uccidendo i veri sentimenti

Si parla sempre dei vantaggi della tecnologia, ma ci sono state anche gravi perdite sociali.
«Persa tutta la genuinità dell'amicizia, quella del guardarsi negli occhi!»: questa la voce della vecchia generazione. Quella che si ritrovava in piazza la domenica pomeriggio. Quella che preferiva un sorriso vero a uno smile via Sms. Eppure i dati sono schiaccianti, 8 bambini su 10 alle elementari hanno il cellulare. La maggior parte degli adolescenti non riesce a stare senza mezzi di comunicazione tecnologici. Tanto da soffrire senza, la situazione è tale da poter essere considerata una dipendenza. Ma la colpa non è da dare ai ragazzi, che, già nascendo si sono trovati in una corrente che li ha trascinati a questa situazione. Il processo è iniziato molto prima, dalla giusta necessità di poter comunicare a distanza, al regalare questi mezzi ai propri figli già in tenera età per poter compensare la propria assenza con qualche chiamata. Desideri degenerati. La grandissima perdita è sicuramente quella dei contatti fisici.
«Una volta ci si innamorava di uno sguardo, di un sorriso spontaneo» sento dire dai miei nonni, a cui sembra assurdo che due si possano voler bene davvero senza essersi mai visti come accade ora. L'assurdo è in realtà che le nuove generazioni di questo non si stupiscano affatto, che questa sia la nuova normalità.
C'è anche da dire che il mondo è totalmente mutato, ma che con esso ci stiamo trasformando irrimediabilmente tutti noi, permettendo che ogni generazione debba assorbire abitudini sempre più sbagliate. Pensando poi al livello della salute, sempre più nuove ricerche confermano quanto questi strumenti se abusati provochino danni. E come mai tutto questo non viene mai menzionato? Come mai quando si compra un cellulare nessuno ci avvisa delle conseguenze? Perché il business ha preso il comando, senza nessuno scrupolo.
«Mio padre lavorava tutto il giorno, eppure appena tornava a casa la sera veniva a darmi un bacio mentre dormivo» mi racconta mia madre. Paragoniamolo con i messaggi già preimpostati nei cellulari con cui premendo un tasto invii un bacio. Come fa ad essere normalità? Come facciamo a starci bene? Se c'è un effetto buono che la crisi attuale può avere è quello di impoverirci talmente tanto economicamente da farci apprezzare di nuovo un abbraccio autentico.
E sono i bambini quelli da convincere. Quelli a cui insegnare che un Sms non potrà mai sostituire lo scambiarsi opinioni o il chiacchiere guardandosi negli occhi. Magari anche litigare, piangere. Ma senza barricarsi dietro al muro della tecnologia che offusca la verità e le emozioni, idealizzandole con degli smile già disegnati per noi.
La difficoltà per chi già si sente dipendente è quella di risolvere questo problema. Questo manca. Manca qualcuno che aiuti sia a prevenire che a curare questa dipendenza. È inutile parlarne finché non si offrono delle soluzioni. Le soluzioni ci sono. Bisogna riuscire a mantenere la tranquillità e ritagliarsi dei momenti senza nessun mezzo di comunicazione. Riuscire a non sentirsi soli. Capire che un cellulare non potrà mai sostituire la presenza fisica di qualcuno vicino a noi. Decidere di staccare da tutto e passare un pomeriggio in campagna in mezzo al verde o dovunque si voglia senza lo stress. Questa sembra essere la prevenzione e la cura migliore.
Marta Klanjscek
Classe 3.a B
Liceo Scientifico Duca degli Abruzzi
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