«Centrale a biomasse di Farra d’Isonzo esempio virtuoso»

Sopralluogo dell’assessore Vito. L’impianto riscalda municipio, casa di riposo, scuola elementare e 14 alloggi
Di Francesco Fain

FARRA D’ISONZO. Parlavi di biomasse e, nelle ultime settimane, il riferimento era sempre (e soltanto) alla centrale che verrà realizzata a Gorizia in via Trieste, nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria, con tutto il corollario di polemiche, prese di posizione, attacchi e contrattacchi.

Ma c’è un impianto che funziona da anni. Ed è diventato un esempio virtuoso di come tale sistema di produzione di energia possa portare evidenti benefici alla collettività.

Tutta questa premessa per dire che la Giunta regionale è pronta a licenziare il nuovo Piano energetico per il Friuli Venezia Giulia e lo conferma l’assessore all’Ambiente Sara Vito nel corso della visita a Farra d’Isonzo, considerato “Comune virtuoso” in quanto utilizza da due anni una centrale a biomasse per il riscaldamento di buona parte degli edifici pubblici, in primis proprio il municipio. «Abbiamo predisposto un documento - spiega Sara Vito - che rappresenta un ottimo punto di partenza in chiave tecnica e politica. Il Piano, infatti, privilegia le fonti rinnovabili e insiste a fondo sull’efficientamento energetico, costruendo una strategia comune nell’ambito della quale declinare le singole azioni di ogni settore in funzione di uno sviluppo sostenibile complessivo».

Verificando assieme agli assessori comunali Renzo Luisa e Stefano Vio posizionamento e funzionamento della centrale a biomasse, Vito ha definito Farra d’Isonzo «un esempio virtuoso che dimostra quanto l’amministrazione pubblica lungimirante possa ottenere ottimi risultati».

Collocata nel centro della località isontina che conta 1.718 abitanti, la centrale è costata complessivamente 650mila euro. Utilizza per il proprio funzionamento il legno cippato del Cividalese ed è in grado di esprimere una potenza di 700 megawatt ma, al momento, ne utilizza solo 300 per riscaldare municipio, casa di riposo, scuola elementare e 14 alloggi di proprietà del Comune che ha in previsione di ampliare il teleriscaldamento a palestra, impianti sportivi, asilo nido e scuola materna. Il risparmio sui costi, è stato spiegato dagli amministratori locali, è almeno del 30 per cento (circa 50 mila euro) e sarà utilizzato per sostituire l’illuminazione pubblica con moderni fanali a led così come è stato già fatto sui 114 punti luce che illuminano il tratto di strada statale 202 in corrispondenza di Farra d’Isonzo. «I benefici delle scelte operate a Farra sono molteplici - conclude Vito - e riguardano gli aspetti ambientale, economico ed energetico. La centrale a biomasse utilizza prodotti di filiera corta, dando vita ad una sorta di autosostenibilità che può e deve essere un obiettivo».

Come già scritto da questo giornale, l’obiettivo più a lungo termine sarà l’utilizzo dei sarmenti di vite, provenienti dagli scarti dell’attività dei contadini locali per alimentare la centrale a biomasse: ciò non porterà solo a un considerevole risparmio per il Comune di Farra ma sarà una sfida in più a favore dell’energia rinnovabile. La centrale, dalla potenza di 700mila kw/h, è in grado di diminuire in modo considerevole i costi delle bollette a carico della municipalità riscaldando le strutture scolastiche, il comune e il centro per gli anziani di Farra. Il bilancio, dicevamo, è ampiamente positivo ad oggi: Farra è riuscita a ridurre i costi del 30% rispetto all’anno precedente dimostrando chiaramente la sua utilità per l’intero Comune e i suoi cittadini. «Al di là dei risparmi, che non è un elemento secondario in tempi di forte crisi come questa, va sottolineata anche la valenza di tutela dell’ambiente che ha e continua ad avere la nostra iniziativa», ha sottolineato in tempi non sospetti un sorridente Alessandro Fabbro.

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