Centrali nucleari, sui siti le Regioni si dividono
Solo Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia approvano i criteri proposti dal governo per l’individuazione delle località
TRIESTE.
La Conferenza delle Regioni ha dato parere negativo al decreto legislativo del Governo che elenca i criteri per l’individuazione dei siti dove potrebbero sorgere centrali nucleari. Il voto, a maggioranza, è stato espresso ieri mattina con le sole Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia (rappresentato dall’assessore Roberto Molinaro) a votare in difformità rispetto alle altre Regioni. Il voto della Conferenza, ha comunque sottolineato il sottosegretario alla Sviluppo Economico con delega per l’energia, Stefano Saglia, non è vincolante “e il Governo intende andare avanti sul fronte del nucleare”.
Secondo la maggioranza delle Regioni il decreto legislativo è incostituzionale tanto che 11 amministrazione regionali (Lazio, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Molise) hanno presentato ricorso alla Consulta che deciderà il prossimo 22 giugno. Il voto del Friuli Venezia Giulia, ha spiegato l’assessore con delega all’energia, Sandra Savino, «è in conformità con la maggioranza di Governo anche se la Regione, fermo restando l’appoggio politico all’esecutivo e alla maggioranza in Parlamento, ritiene che fosse il caso di sviluppare un programma energetico nazionale complessivo e che ricomprendesse anche il nucleare. Le due cose non vanno scisse».
L’assessore regionale sottolinea come «in una regione territorialmente piccola come il Friuli Venezia Giulia ci sia bisogno di un bilanciamento delle strutture energetiche», facendo riferimento al progetto di collocare un rigassificatore e una centrale a carbonio nel territorio regionale e ribadendo l’interesse «per il raddoppio della centrale di Krsko che tuttavia riguarda la politica internazionale». Il Friuli Venezia Giulia punta a coinvolgere anche la Croazia per un accordo sulla partecipazione italiana al raddoppio della centrale nucleare di Krsko.
«In una programmazione energetica complessiva – conclude Savino – si possono considerare le alternative al nucleare, soprattutto per una regione di dimensioni ridotte che deve già fare fronte a un peso piuttosto forte sul piano energetico e che – puntualizza – è considerato territorio sismico, fattore da non sottovalutare nella distribuzione dei possibili siti sui quali costruire una centrale nucleare».
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video