Centro Diabetologico eccellenza del San Polo aggregato a Medicina

Il Centro Diabetologico dell’ospedale di San Polo sarà aggregato al reparto di Medicina. A confermarlo è il direttore generale dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, Giovanni Pilati, a fronte dei timori diffusisi in città circa la possibile chiusura di quella che rappresenta un’eccellenza, sia per il trattamento del “piede diabetico”, sia per il diabete di tipo 1.
Ma il manager sanitario lo sottolinea: «Come per altri servizi, il Centro Diabetologico non verrà chiuso. Non si tratta quindi di tagli. Per il cittadino non cambia nulla. Ai pazienti sia a Monfalcone che a Gorizia continueranno ad essere erogate le prestazioni». Resta, comunque, il fatto che il Centro Diabetico sarà “incardinato” a Medicina. L’auspicio su tutto rimane quello di mantenere l’autonomia organizzativa ed i livelli di alta qualità e professionalità prodotti. Peraltro, il prossimo anno la responsabile del Centro, dottoressa Carla Tortul, andrà in quiescienza, prospettando la necessità della sua sostituzione. Insomma, l’attesa non manca per conoscere i dettagli dell’Atto aziendale redatto in base alle linee guida fornite dalla Regione.
Le perplessità riguardano sostanzialmente il fatto di veder in qualche modo “ridimensionare” il servizio. Si tratta di un Centro, quello di Monfalcone e Gorizia, che può contare su 4 medici, tra cui una responsabile, la dottoressa Carla Tortul, due medici dedicati alla cura del diabete di tipo 1 e tipo 2, un medico dedicato alla cura del “piede diabetico”. Un Centro che si caratterizza per l’elevato livello di competenze nell’utilizzo della tecnologia, e che rappresenta il secondo riferimento in regione.
A far presente la questione, peraltro, è stato il capogruppo di Forza Italia, nonchè consigliere comunale e provinciale, Giuseppe Nicoli, che ha inviato una specifica interpellanza al sindaco Silvia Altran.
Nicoli ha osservato, fornendo anche alcuni dati: «È l’unico polo in regione a garantire un percorso completo ed efficace per la diagnosi e la cura del piede diabetico. I dati dimostrano che lo sviluppo di competenza relativa alla cura del “piede diabetico” dell’Aas 2 ha ridotto il tasso annuo di amputazione da 8,1 su 100mila abitanti del 2001-2008, al 3,7 nel periodo 2009-2012. Vengono eseguiti annualmente - ha aggiunto - circa 300 pazienti diabetici di tipo 1 che necessitano almeno di 3 accessi all’anno. Nel Centro vengono, inoltre, valutati circa 2mila pazienti diabetici di tipo 2. Vengono, ancora, gestite circa 650 nuove lesioni al piede all’anno, con un tempo di guarigione di circa 3 mesi, periodo largamente inferiore alla media nazionale».
Il direttore generale Pilati, da parte sua, spiega: «L’Atto aziendale deve essere ancora definito e approvato da parte della Regione, che ha dato gli indirizzi nell’ambito della riforma sanitaria, alla quale devono attenersi le Aziende sanitarie. Tuttavia, la funzione di diabetologia verrà aggregata a Medicina. Non sarà, quindi, una struttura complessa. È un indirizzo che vale anche per altre funzioni, quali Endocrinologia, Reumatologia, Pneumologia, Gastroenterologia, che saranno organizzate nell’ambito dell’Aas Bassa Friulana-Isontina».
Quanto alla quiescenza della dottoressa Tortul, il dirigente spiega: «L’attuale responsabile del Centro Diabetologico verrà opportunamente sostituita. Proporremo alla Regione un’impostazione aziendale adeguata alle linee regionali, prevedendo le necessarie sostituzioni e garantendo il personale necessario».
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