Centro disturbi alimentari 191 i pazienti nel 2020 39 dei quali adolescenti

I dati sono stati illustrati nel convegno proposto dall’associazione La Fenice La pandemia ha peggiorato la situazione
Bonaventura Monfalcone-02.03.2021 centro diurno disturbi alimentari-Ospedale San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-02.03.2021 centro diurno disturbi alimentari-Ospedale San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Sono sempre più giovani le ragazze per le quali i genitori chiedono un aiuto al Centro per i disturbi alimentari di Monfalcone, passando spesso dall’associazione La Fenice di Cervignano, nata per iniziativa proprio di alcune mamme e papà, e sempre di più i ragazzi affetti da Dca. È quanto è emerso lunedì dall’iniziativa de La Fenice, che quest’anno ha deciso di dedicare la giornata del Fiocchetto lilla ai Centri Dca di Asugi di Monfalcone e Trieste, inseriti all’interno del Dipartimento di salute mentale dell’Azienda sanitaria universitaria.

Se la fascia d’età con il maggior numero (61 ragazze e e 5 ragazzi) di prese in carico nel 2020 è stata quella tra i 18 e i 29 anni, le bambine e ragazzine nella fascia tra i 7 e i 14 anni che il Centro di Monfalcone ha accolto lo scorso anno sono state 13 (di cui la più piccola ha 10 anni) e i ragazzini 5. In totale, sebbene restino una minoranza, i giovani e gli uomini sono passati a 24 nel 2020 contro i 5 del 2016 e 12 del 2019.

La fascia tra i 15 e i 17 anni è la seconda più presente, con 33 ragazze e 6 ragazzi accolti e seguiti. In totale sono stati comunque 191 i pazienti presi in carico lo scorso anno dalla struttura collocata all’interno dell’ospedale di Monfalcone, con una logistica “strategica” che le consente un collegamento continuo e diretto con la Pediatria e la Medicina, ma anche la possibilità di utilizzare la mensa aziendale per i pasti assistiti.

«Il numero delle prese in carico rispetto al 2019 si è mantenuto pressoché stabile, ma l’età si è abbassata – spiega la coordinatrice del Centro, la psicologa Corinna Michelin –. La pandemia ha inciso, perché l’isolamento ha spinto, tra gli altri aspetti, a un uso ancora maggiore dei social e a rendere meno controllabile un’attività fisica portata all’eccesso». Nel 2019 i pazienti in tutto il Friuli Venezia Giulia sono stati 706, il 17% in più rispetto all’anno precedente, con 275 seguiti da Monfalcone e dal Servizio disturbi alimentari di Trieste, rivolto agli over 16.

Le patologie più note sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata, ma all’interno di queste classificazioni possono presentarsi «quadri sintomatici molto diversi e mutevoli che, se non trattati in modo adeguato e precoce, possono danneggiare in modo importante il funzionamento psico-fisico e sociale dell’individuo», come rilevato da Michelin. Per questo è importante far conoscere i Dca in modo corretto, ha sottolineato lunedì la presidente de La Fenice Donatella Martini. «Come associazione vogliamo però dare anche un messaggio di speranza, perché ora ci sono i metodi e le modalità per curare le nostre ragazze e i nostri ragazzi», ha aggiunto, sottolineando comunque come «si può ancora fare di più». Secondo l’associazione andrebbero rafforzate le reti con il mondo della scuola e dello sport, mentre mancano strutture residenziali in regione. Alla giornata ha preso parte anche il sindaco Anna Cisint, assieme agli assessori alle Politiche sociali Michele Luise e alle Politiche giovanili Antonio Garritani. —

LA. BL.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo