Centro rifiuti di Muggia in stallo «Roma in silenzio dal 2019»

L’alternativa in affitto già costata all’amministrazione 70 mila euro 

MUGGIA

Non arriva ancora nessuna novità dal ministero dell’Ambiente sullo sblocco della piazzola ecologica di proprietà comunale, situata nella frazione muggesana di Vignano, chiusa da settembre del 2019. L’invio dell’ultima lettera da parte dell’Ufficio sviluppo energetico ed ecologia ambientale del Comune rivierasco, finalizzata a ottenere un riscontro sulla conclusione dell’iter ministeriale, risale al 24 dicembre.

«Da agosto 2019 – spiega l’assessore all’Ambiente Laurea Litteri – il Comune ha inviato ben cinque note al ministero per poter chiudere il procedimento riguardante l’area nella quale si trova la piazzola ecologica, in modo da poter iniziare i lavori necessari alla sua sistemazione per poterla riaprire». La questione si pone in quanto, come ricorda Litteri, «trovandosi all’interno del Sito inquinato, dobbiamo avere l’approvazione del ministero per poter iniziare i lavori di adeguamento. Purtroppo dopo un anno e mezzo non abbiamo ancora avuto nessuna risposta».

Si tratta di un’area non pavimentata, motivo per cui la Regione non ha rinnovato la concessione che 10 anni fa era stata data dalla Provincia. Nel frattempo, per le esigenze della cittadinanza, la piazzola ecologica è stata spostata in un’area in affitto, sempre nella frazione di Vignano, per la quale, come sottolinea l’assessore, «abbiamo speso finora circa 70 mila euro, ovviamente di denaro pubblico, mentre l’altra area sorge in un’area di proprietà del Comune, poco lontano, che quindi non ci costerebbe nulla». In questi anni, oltre alla richiesta di poter effettuare i lavori necessari a garantirne la riapertura, il Comune ha intrapreso tutte le procedure previste per poter svincolare l’area, con l’invio della documentazione necessaria già a fine 2017, ma da allora, come ebbe a lamentarsi Litteri lo scorso marzo, «non è mai stata convocata la Conferenza dei servizi, di nomina ministeriale, che deve analizzare i risultati delle analisi e decidere se l’area è inquinata oppure no». A giugno 2019, su richiesta del ministero, il Comune aveva ripetuto alcuni test i cui risultati erano rientrati nei limiti previsti dalla norma.—



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