«C’era un forte odore di gas, che paura»

«Preferiamo non rilasciare dichiarazioni, ci scusi». Il giorno dopo l’incidente di Capriva, la ditta Ultragas, a cui appartiene il furgone con cisterna incastratosi nel sottopasso tra via Garibaldi e la sr56, sceglie di non commentare l’accaduto. Chiamando la sede locale di Tavagnacco una segretaria mette gentilmente in contatto con uno dei dirigenti dell’impresa, che sta seguendo da vicino l’evolversi del caso, ma dall’altra parte della cornetta, comprensibilmente, c’è poca voglia di parlare: «No grazie – ci risponde con cordialità ma fermezza il responsabile – preferiamo non dire nulla sulla vicenda». Intanto a Capriva il day-after è dominato dalla pioggia e dalla sensazione che si è evitato un possibile dramma: «Io non ho assistito direttamente all’incidente – racconta Luigi – ma un parente che abita nei paraggi mi ha raccontato di questa scena incredibile del mezzo che si incastra nel sottopasso e viene avvolto da una nuvola di fumo con il conducente che preso dal panico scappa urlando a tutta voce di allontanarsi dalla zona. In pochi minuti le forze dell’ordine ci hanno fatto lasciare le nostre case, e abbiamo vissuto la situazione con grande apprensione». Maria abita più lontano dalla zona attorno al sottopasso, che per duecento metri di raggio era stata considerata a rischio, ma ha vissuto tutta l’apprensione di quelle ore: «C’era un forte odore di gas che si stava propagando nell’aria – dice – non è stato certo piacevole, senza considerare i disagi che per quasi tutta la giornata abbiamo vissuto qui a Capriva. Non è stata certamente una bella esperienza, e siamo stati fortunati perché sarebbe bastato poco a far scoppiare il mezzo incastrato come se fosse una bomba». (m.f.)