«Chiederemo un riavvicinamento»
Un riavvicinamento in una casa-famiglia più vicina ai genitori, più vicina a Gorizia.
È l’istanza che l’avvocato Catia Pichierri del Foro di Como (uno dei due legali che tutela i genitori goriziani) inoltrerà prossimamente al Tribunale dei minori di Trieste.
«Questo è il minimo che si possa chiedere, visto che la madre e il padre devono sottoporsi a dei lunghi viaggi per poter riabbracciare i propri figlioli. Peraltro, gli appuntamenti vengono decisi unilateralmente e i genitori devono trovarsi pronti all’appuntamento con tutto ciò che ne consegue con gli impegni quotidiani di lavoro».
Catia Pichierri, che si è occupata di vicende simili in tutta Italia, illustra un altro caso, «in cui un padre - racconta - ha perso addirittura il lavoro per poter incontrare i propri figli alle date e alle ore prestabilite. Non vorrei assistere a un film già visto, anche perché il padre goriziano svolge una professione delicata, importante. Per questo, chiederò che i bambini possano essere “riavvicinati” a Gorizia. Credo che nell’ambito della regione Friuli Venezia Giulia ci siano altre case famiglia e Vigevano non sia l’unica soluzione praticabile».
Quanto ai bambini, l’avvocato Pichierri ribadisce che il loro umore è davvero molto basso. «Tant’è che in tutte le perizie, gli specialisti hanno avuto difficoltà a verbalizzare vista la difficoltà dei bambini a parlare e a esprimersi liberamente riguardo alla loro condizione. Ci sono troppi freni psicologici».
Per questo, la battaglia legale continuerà. E nei prossimi giorni verranno resi noti i passaggi.
(fra.fa.)
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