Chiesa di San Leopoldo, disputa fra Parrocchia e Comune

CORMONS. Una volta c'erano le dispute dialettali per il suono di un campanile tra don Camillo e Peppone. Un episodio tra i tanti inventati da Guareschi. A volte, però, Comune e parrocchia si scornano ancora: non nella rossa, cattolicissima Emilia Romagna, ma nell'estremo Nord-Est quasi a ridosso dell'ex confine. È il caso di Cormons, dove a vestire i panni di Peppone e don Camillo sono rispettivamente l'assessore alle infrastrutture Paolo Nardin ed il parroco monsignor Paolo Nutarelli. Pomo della discordia, in questo caso, non un campanile, ma una vera e propria chiesa: quella di San Leopoldo, nota anche come basilica dei Frati. Da mesi la vicenda infatti vede i due tra gli attori principali, e proprio in questi giorni il caso è deflagrato nella comunità. La causa? Infiltrazioni causate da un problema al tetto della struttura aveva causato la chiusura della chiesa: stop che doveva essere temporaneo, ma che invece si è protratto nel tempo e la luce in fondo al tunnel è ben lungi dall'essere vista. E dunque dallo scorso inverno niente messe per i fedeli, niente funerali, niente di niente. Tutto bloccato in attesa che si trovino gli spazi finanziari per poter operare sulla struttura. Ed i continui rinvii hanno fatto arrabbiare il parroco don Paolo, che ha preso carta e penna e nel settimanale parrocchiale non le ha mandate a dire: «La chiesa è di cruciale importanza per la realtà cormonese soprattutto perché in essa, oltre alle messe prefestiva e festiva mattutina vengono celebrati i funerali». Infatti l'accesso ai disabili facilitato dallo scivolo posto all'ingresso e la mancanza di scale - onerose da salire per gli anziani e per chi porta il feretro - è uno dei vantaggi della chiesa ora chiusa. E l'assessore ai lavori pubblici Paolo Nardin, il "Peppone" della situazione, come replica? «Ho grande rispetto per don Paolo, ma se si vuole fare polemica sul nulla non è giusto: il blocco ed il conseguente rinvio continuo dei lavori non dipende da noi, ma da chi ha istituito questo folle metodo chiamato Patto di Stabilità: le rotture dell'intonaco, inoltre, non sono causate solo dalle infiltrazioni, ma dalla vetustà della struttura. Va quindi fatto un intervento serio, che richiede una spesa ingente: per poter ottenere gli spazi finanziari necessari ad avere il via libera allo svolgimento dell'opera, che riteniamo prioritaria per Cormons, abbiamo anche messo in vendita un appartamento comunale del valore di 70mila euro. Ma fino a quando non otterremo questi soldi, non potremo muoverci».
Matteo Femia
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