Chiesto il giudizio per otto pusher di via Geppa

Cedevano microdosi agli studenti che uscivano di scuola. Decisive le segnalazioni dei residenti

La droga se la passavano in via della Geppa. Ma anche in via Ghega, in via Milano, in largo Panfili e in piazza Libertà. Quasi ogni giorno dopo la scuola: arrivava il pusher e consegnava le bustine a fronte del pagamento. Succedeva di fronte a tutti, senza problemi. La scena, fotografata nello scorso giugno dagli investigatori della Squadra mobile, era simile alla distribuzione dei volantini o delle cartoline pubblicitarie. Tant’è che alcuni abitanti della zona avevano presentato un esposto in Questura. «Basta con lo spaccio sotto le nostre case. Aiutateci», avevano scritto. E ora è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Federico Frezza nei confronti di otto pusher afghani e pakistani che vendevano droga a ragazzi tra i 12 e i 16 anni. L’udienza davanti al gip Luigi Dainotti è stata fissata per il prossimo 25 gennaio.

La centrale dello spaccio era in un appartamento in via Milano 11, che era stato messo a disposizione per dare un letto ai rifiugiati. Ma in realtà serviva ad altro. Nel corso della perquisizione gli agenti della narcotici avevano trovato centinaia di dosi di droga nascoste sotto una pianta, all'interno di un vaso. E poi sequestrato circa 600 euro in banconote da 5 e 10 euro. I soldi per la dose.

I nomi sono quelli di Khalid Muhammadi, 22 anni, Asif Mohammad Saewari, 20, Bilal Hazrat, 25, Sher Ali Mihakel, 20, Imal Uryakil, 24, Qasim Akakil, 20, Khaled Safizadah, 26, e Younus Momand, 19. Accusa: spaccio di rilevanti quantità di droga. Prché si tratta centinaia di cessioni. Come testimoniano ore e ore di filmati pazientemente realizzati dai poliziotti. Sono assistiti dagli avvocati Sonia Bernardis e Deborah Berton.

A incastrare i pusher erano state le deposizioni di decine di clienti minorenni. Ecco qualche stralcio delle loro deposizioni. Perché dopo l’acquisto gli agenti li bloccavano. Uno per uno. «Uscito da scuola - aveva dichiarato un sedicenne agli investigatori della Mobile - sono andato in via Geppa davanti a un supermercato. Ho visto due “pakistani” con altri due ragazzini che avevano anch’essi chiesto un grammo di fumo. Quindi mi sono rivolto a uno di loro e gli ho consegnato 10 euro. Il “pakistano” a cui ho consegnato i soldi si è avvicinato a quello che credo sia un suo connazionale il quale gli ha dato qualcosa che poi ha messo nelle mie mani, ossia una stecchetta di hashish».

In un altro caso un ragazzo di 15 anni aveva dichiarato: «Ho iniziato a fumare hashish circa tre o quattro mesi fa e lo faccio perché mi calma in quanto sono iperattivo. Per quanto riguarda l’hashish, ammetto che si tratta di droga che ho acquistato per uso personale da un cittadino straniero, credo mediorientale, nei pressi dell’Internet point di via della Geppa. Nel momento in cui sono stato fermato avevo l’hashish nella mano sinistra e l'ho lasciata cadere per cercare di evitare il sequestro». (c.b.)

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